Ponte romano vendesi?

ponte romanoSANTA MARINELLA – Dopo tutte le dichiarazioni e le smentite apparse sulla stampa a partire dall’ultimo tragico Consiglio Comunale in cui si è ipotizzato di dover vendere alcune strutture per far fronte ai pagamenti rimasti scoperti dopo la mancata elargizione dei finanziamenti accordati dalla Regione Lazio, questa immagine (nella foto) lascia a dir poco agghiacciati. Passeggiando lungo la via Aurelia, in direzione Civitavecchia, sulla sinistra all’altezza del km 60,400, compare un bellissimo ponte romano. Non vi sono cartelli ad indicarlo purtroppo e, nonostante abbia resistito bene al passare dei secoli, non sono state attuate iniziative volte alla sua valorizzazione come è invece avvenuto per l’altro ponte romano di via Roma. In molti si chiedono il perché. Ma quello che più lascia l’amaro in bocca è che tutta la zona del ponte di Largo Impero è stata recintata, rovinando la vista di un reperto archeologico così bello e importante. Perché è recintato? È una proprietà privata? Ma può un reperto archeologico essere una proprietà privata? E se non lo è, perché è recintato come se lo fosse? Tante domande opportune messe però in ombra dal più grosso interrogativo: ma è in vendita? Tutto lascerebbe supporre di sì, sulla recinzione metallica che ne ostruisce la vista, è comparso un chiaro cartello “vendesi”, con tanto di nome e numero di telefono dell’agenzia immobiliare che se ne occupa. Visto il clima politico-economico che attraversa la Perla in questo periodo l’idea che abbiano messo in vendita un monumento di tale portata è balzata alla mente di qualcuno, subito accantonata dall’idea che invece si tratti di una proprietà privata come lascerebbe supporre la recinzione. “Ma tutto ciò è legittimo?”, si chiedono i cittadini. Per i più “no, non lo è, ma qui sono abituati così”.
Ricordiamo che per legge i reperti archeologici sono di proprietà dello Stato e tutti devono poterli ammirare, anche secondo il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, articoli 2 e 3 sul patrimonio culturale e la sua tutela: “il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati all’articolo 134, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge. I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela. La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. L’esercizio delle funzioni di tutela si esplica anche attraverso provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e comportamenti inerenti al patrimonio culturale”.
Augurandosi quindi che in vendita sia la casa alle spalle del ponte romano di via Largo Impero edificato, come gli altri tre che attraversano Santa Marinella, in epoca repubblicana tra il III e il II secolo a.C. per rendere più agevole il superamento dei numerosi fossi che l’Aurelia incontra nella zona, e non il ponte stesso, auspichiamo che adesso, “riscoperto” per caso dalla popolazione, possa diventare oggetto di riqualifica come è avvenuto con il ponte di via Roma, reso fruibile pubblicamente, senza dover scavalcare una recinzione ed invadere una proprietà privata per ammirare da vicino un reperto archeologico, per legge, destinato a tutti perché dello Stato. Stessa sorte speriamo tocchi anche al ponte romano delle Vignacce, al km 62,300, in questo caso neanche visibile da lontano perché situato all’interno di un giardino privato che non si affaccia sulla strada.

Francesca Ivol