Tirreno Power annuncia la mobilità per 191 dipendenti

“Siamo fortemente preoccupati: Tirreno Power ha annunciato l’avvio a breve di una procedura di mobilità per 191 dipendenti dello staff e dei siti di Torrevaldaliga, Vado Ligure e Napoli e del settore delle energie rinnovabili, e inoltre sarebbero a rischio fra 120 e 150 posti di lavoro ulteriori se non arrivassero risposte positive alla richiesta di dissequestro della centrale a carbone di Vado Ligure, che la società ha presentato insieme ad un progetto di rinnovato monitoraggio ambientale”.

Lo rendono noto il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, e il segretario nazionale Ugl Chimici-Energia, Michele Polizzi, al termine dell’incontro con i vertici Tirreno Power che si è tenuto oggi a Roma presso la sede della società e nel quale “abbiamo chiesto all’azienda di garantire gli investimenti promessi ed individuare soluzioni alternative ai drastici tagli occupazionali ipotizzati”.
“Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie e giudiziarie che sta vivendo l’azienda – proseguono i sindacalisti – e proprio per questo siamo convinti che occorra un atteggiamento responsabile e propositivo per salvaguardare il futuro delle centinaia di lavoratori coinvolti, oltre al massimo impegno di tutte le istituzioni interessate per garantire il futuro di uno dei principali produttori di energia elettrica in Italia, sul cui destino ha purtroppo inciso sia un management non sempre all’altezza delle sfide del mercato, che continua a godere di privilegi come se nulla fosse accaduto, sia l’assenza di un’adeguata politica energetica nazionale. Proprio la rilevanza nazionale della questione ci impone di richiamare il Governo ad attivarsi in modo più concreto ed adeguato, aprendo anche un apposito tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di dare risposte sul fronte industriale ed occupazionale”.
“Per quanto riguarda la centrale di Torrevaldaliga Sud, in particolare – proseguono i sindacalisti -, abbiamo richiesto, contemporaneamente ai nuovi, necessari investimenti per rendere l’impianto competitivo, il rispetto della convenzione che fu siglata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il 30 aprile 2003 tra Enel e Comune di Civitavecchia per la riconversione della centrale, un’intesa che prevedeva l’impegno da parte di Enel a riassorbire eventuali esuberi”.
“Occorre inoltre che – aggiungono – il Comune e l’Autorità portuale di Civitavecchia, come gli altri enti locali coinvolti in Liguria e Campania, cooperino a stretto contatto con istituzioni nazionali e parti sociali per fare quanto in loro potere al fine di tutelare i livelli occupazionali ed evitare altri duri colpi alle economie territoriali interessate, nella consapevolezza che comunque il costo del lavoro non è la voce preponderante in questo tipo di attività e che, quindi, con il taglio del personale, non si risolveranno i problemi. Nei prossimi giorni l’Ugl Chimici illustrerà gli esiti dell’incontro ai lavoratori in assemblea, per individuare in modo condiviso le azioni più opportune da mettere in campo a tutela dell’occupazione e del futuro dell’azienda”