“Panama Papers”: quando non sai come nascondere i tuoi soldi

Se non sai come nascondere i tuoi soldi, la soluzione potrebbe essere avere dei buoni avvocati. Il film “Panama Papers” (2019) diretto da Steven Sodenberg e che annovera nel cast importanti nomi come Meryl Streep, Antonio Banderas e Gary Oldman si snoda su uno dei più imponenti scandali di elusione fiscale del mondo. Con un taglio satirico degno di molti film americani su scandali finanziari (basti pensare a The Wolf of Wall Strett o The Big Short) e un approccio che rompe direttamente la quarta parete tra il film e gli spettatori, con Banderas e Oldman nei panni degli avvocati protagonisti dello scandalo, Fonseca e Mossack, Sodenberg porta lo spettatore nella complessa trama delle scatole cinesi delle società offshore.

Cosa sono i Panama Papers e come è uscita fuori questa notizia se ne viene a conoscenza solo negli ultimi minuti del film in cui una “gola profonda” ha letteralmente rubato migliaia e migliaia di dati digitali al famoso studio di avvocati, dandolo in pasto al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung il quale ha poi cooperato con il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi. Per comprendere meglio quanto grande sia la mole di dati rubata, essa è pari a 2,6 terabyte, una mole di dati impressionante che vede coinvolte 214.000 compagnie in tutto il mondo.

Lo studio legale Mossack Fonseca, come ben descritto dal Süddeutsche Zeitung, era estremamente abile a creare società di comodo, veri e propri gusci che non avevano né uffici né tanto meno dipendenti. La sua affidabilità consisteva, inoltre, nella sua straordinaria riservatezza che Oldman e Banderas magistralmente riassumono in un concetto proprio nel film, usando la contrapposizione tra privacy e segretezza: “la privacy è quando chiudete a chiave la porta del bagno. La segretezza è quando tu non vuoi far sapere cosa stai facendo dentro quel bagno”. In questo concetto è riassunta l’abilità dello studio Mossack Fonseca: creare società schermo che tutelassero i clienti in nome della privacy e, allo stesso tempo, dare segretezza alle azioni pseudo-illecite realizzate dagli stessi. La “gola profonda” porta a galla un sistema finanziario e societario estremamente complesso che coinvolge miliardari uomini di affari, politici, mafiosi, persone comuni. In questa storia di elusione fiscale, evasione, corruzione e “denaro pulito”, il film ricorda bene come tale sistema si è infiltrato come un germe nelle trame della legge, andando a toccare il black out normativo che quasi tutti le nazioni, Stati Uniti in primis, possiedono.

Il film di Sodenberg mette in scena un sistema estremamente complesso, narrato con semplicità e leggerezza, e che termina con una magistrale interpretazione di Maryl Streep che, vestita da contemporanea Statua della Libertà, denuncia il sistema dei lacunoso dei fondi destinati alle campagne elettorali.