“Se di avviso pubblico si parla, che avviso pubblico sia!”

CIVITAVECCHIA – Da Lucia Bartolini riceviamo e pubblichiamo:

“Ho risposto all’avviso pubblico per l’Osservatorio ambientale, così come avevo risposto a quello per la nomina del rappresentante comunale nell’ADSP.
Non perché mi piacciono le missioni impossibili, ma perché per certi versi considero doveroso metterci la faccia quando si ritiene di poter offrire un contributo alla città, non solo quando si ha la certezza dell’esito.
D’altra parte, se un’amministrazione comunale lancia una pubblica selezione è legittimo credere che intenda adottare un criterio di valutazione oggettiva dei titoli richiesti; altrimenti, se il parametro determinante deve essere quello “fiduciario”, correttezza vorrebbe che si procedesse per nomina diretta.
L’ingegnosa amministrazione nostrana ha invece avuto il colpo di genio di combinare le due cose, subordinando il giudizio di idoneità professionale al requisito principale della fiducia personale (o simpatia, o empatia, o affinità, o vincolo di maggioranza, o come dir si voglia, trattandosi di un campo del tutto aleatorio e soggettivo), trasformando l’istituto dell’avviso pubblico, per sua natura garanzia di trasparenza, in una assai poco riguardosa foglia di fico di scelte che, tra l’altro, solerti organi di stampa hanno pure comunicato con largo anticipo sulla chiusura della selezione.
Personalmente sono stata invitata a colloquio il 18 marzo, stesso giorno in cui su alcuni giornali telematici compariva già nome e data di investitura del prescelto.
Visto che nessuna congiuntura politica può autorizzare a prendersi gioco dei cittadini, ivi compresa la sottoscritta, mi sono recata all’incontro chiedendo che la decantata fiducia fosse reciproca: ho chiesto cioè se quanto uscito sulla stampa con dovizia di particolari corrispondesse al vero e perché non fosse stato smentito, suggerendo pure quello che in questi casi normalmente ci si aspetta, lo stralcio della candidatura rivelata.
Nulla di personale naturalmente, anzi, ma se di avviso pubblico si parla, che avviso pubblico sia!
Devo dire che ho registrato una poco autorevole agitazione, non tanto nell’inespressivo assessore Magliani che continuava a ripetere che hanno l’obbligo di fare un bando (peggiorando se possibile la situazione), quanto nella multicolore e pure un po’ stupita espressione del sindaco Tedesco che, con un garbo piuttosto stentato, ha repentinamente posto fine al colloquio.
E tutto si è svolto come da copione, anzi, da articolo di giornale.
Nel consueto ermetico silenzio dell’opposizione consiliare e, sorprendentemente, anche dei vari comitati paladini dell’ambiente.
Eppure è evidente che la partita in gioco non è un singolo incarico, ma un sistema di governo che tra un rimpasto e l’altro, tra un equilibrismo e l’altro, ha completato il passaggio dalla bella città d’incanto alla montagna del sapone.
Proprio per questo, a chi mi ha chiesto se penso di fare ricorso ho ovviamente risposto di no, così come non l’ho fatto per il precedente avviso sul porto, di cui pure si dovrà parlare prima o poi.
Ma gli aspetti amministrativi da approfondire non mancano di certo e sono tutta materia di consiglio comunale.
E allora sia l’opposizione consiliare a stupirci: presentino formale richiesta di chiarimenti alla presidente del consiglio ed al segretario generale su tutti gli aspetti che hanno riguardato lo svolgimento dell’avviso pubblico; nelle more della dovuta risposta, chiedano la sospensione dell’incarico conferito; sottopongano al vaglio delle autorità competenti l’esposizione dei fatti per come si sono svolti.
Oppure provino a spiegare perché non si pronunciano. Sarebbe già qualcosa”.

Lucia Bartolini