CIVITAVECCHIA – Con tutti gli onori cittadini, grande assente la presenza di una Banda o di un Fanfara, è stata collocata in Piazza degli Eventi una nuova, discutibile, forse “ lievemente” pacchiana, testimonianza dell’Era Moscheriniana: una riproduzione, in 3D, di una foto di propaganda in cui gli Usa celebravano la fine del conflitto con i Giapponesi, piegati dagli ordigni atomici di Hiroshima e Nagasaki. Tale discutibile opera allieterà per circa 4 mesi la nostra Marina tenendo compagnia a personaggi di ben differente calibro i cui busti o la cui statua ricordano ai cittadini i benemeriti della Patria! Ma quest’opera, se opera si può definire, cosa deve ricordare ai Civitavecchiesi ? Lo ignoriamo…anche se una mezza si affaccia alla mente: è sufficiente riflettere sul monumento ubicato nella piazza della Cattedrale! Essa, secondo le parole, dell’ineffabile, augusto, Primo Cittadino é: “ ..una statua che, considerata, la sua grandezza, dà il benvenuto anche ai tanti turisti che transitano in città é visibile anche dalle navi!”. L’orribile “aggeggio” alto ben nove metri e del peso di 60 tonnellate si ignora quanto sia costato alle tasche dei contribuenti che ultimamente sono state già messe a dura prova dalla “ casta”, madre della “castarella” che domina imperturbabile la nostra città, cui il nome di Stewart Johnson, autore dell’opera, darà lo stesso lustro offerto da Stendhal …forse! Assessore Pierfederici, perché non suggerisce a qualche collega di Ishinomaki, di realizzare un modello dell’Enola Gay, il bombardiere che sganciò la prima atomica su Hiroshima, da destinare quale monumento alla celebrazione della Liberazione dei Giapponesi dal giogo imperiale?. Gli suggerisca anche il nome: “ Il bacio dal cielo”! Oppure Lei potrebbe, in uno slancio di gratitudine, commissionare un’opera, di eguali dimensioni di quella in questione, ritraente l’augusto primo cittadino effigiato nel medesimo atteggiamento della “Statua della Libertà” con la variante della riproduzione della ciminiera fumante di Tvn nella mano destra ed un congruo numero di lastre di eternit a rappresentare un libro nella sinistra…..pensi che spettacolo per i civitavecchiesi, i turisti e tutti coloro che la vedrebbero dalle navi…si potrebbe chiamare, in analogia con quello di Rodi: “ Il Colosso di Civitavecchia”!
Ci pensi, l’idea non é poi tanto peregrina …del resto, come diceva Wilde: “tra il grottesco e l’orrendo non c’é che un passo!” e lo faccia questo passo, coraggio!
Gabriele Pedrini – Segretario Fiamma Tricolore