Ladispoli. “Zona artigianale: non c’è nessun cambio di destinazione urbanistica”

roberto battilocchiLADISPOLI – In riferimento a quanto esposto in un comunicato da alcuni esponenti della maggioranza, vorrei far rilevare come il punto in questione è stato oggetto di vari incontri e di riunione della commissione consiliare.
Evidentemente alcuni non hanno ancora ben chiaro il provvedimento proposto e soprattutto ritengo non abbiano mai letto i documenti, le delibere e le convenzioni all’origine della problematica.
Entrando nel merito di quanto proposto per il Consiglio, desidero spiegare ai Cittadini in cosa consiste la modifica al regolamento.
L’art.6 del Regolamento del Pip artigianale, sin dall’origine recita:
“Le opere di urbanizzazione secondaria indicativamente previste nel P.I.P. sono:
locali per la mensa, bar, spaccio di generi di prima necessita e ristoro; impianti sportivi; verde pubblico e zona per giochi bambini.
Trattandosi di attrezzature commerciali e ricreative, la loro realizzazione e gestione può essere delegata con apposita convenzione alle aziende insediate, anche riunite in Consorzio.”
Con delibera di Consiglio Comunale n.21 del 9.3.2005 venne assegnata l’area adibita a stecca servizi ad una Srl formata dalla maggior parte degli stessi artigiani della zona. Alcuni di questi infatti si dichiararono non interessati. Questa società ha reperito i finanziamenti (più di 2 milioni di euro) e realizzato il manufatto che gestirà per 60 anni, sottoscrivendo la convenzione che lascia la proprietà in capo al Comune. La società deve realizzare anche una struttura di 300 mq circa, ad uffici, da consegnare al Comune chiavi in mano, cioè anche con l’arredamento.
La convenzione società/comune così recita “ Il Comune ha delegato alcune aziende insediate nel Pip Artigianale Piane di Vaccina, costituitesi in “Centro Servizi Artigiani Srl” a realizzare e gestire le attrezzature Commerciali e ricreative indicativamente elencate all’art.6 del Regolamento ….”  E Quindi ad oggi in tale struttura può andare qualsiasi attività commerciale nel pieno rispetto urbanistico e delle previsioni regolamentari e convenzionali sottoscritte.
In cosa consiste la delibera proposta?
Semplicemente nel chiarire che in detta struttura possono andare oltre che quanto indicativamente scritto precedentemente: Uffici, attività artigianali di piccola industria di produzione e assemblaggio (cosa già fattibile ma chiarita), attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso con esclusione del settore alimentare e della media e grande distribuzione. Fermo tutto il resto già previsto.
Nella sostanza, proprio nel rispetto di quegli intendimenti originari e riportati come finalità nel comunicato stampa dei citati “colleghi”, si va a precisare cosa si intende per commerciale limitando una facoltà oggi in vigore ed eliminando la ormai inconcepibile e vecchia dizione “spaccio generi alimentari di prima necessità”, dizione che risale ormai ai tempi del dopoguerra.
Non c’è quindi alcun cambio di destinazione urbanistica.
Parlare di “speculazione” diventa offensivo nei confronti di una categoria che invece merita il massimo rispetto per quanto ha saputo fare a costo di enormi sacrifici.

Roberto Battillocchi – Consigliere delegato Artigianato e Suap