CIVITAVECCHIA – La calura di questi giorni si traduce in un vero e proprio esodo dei civitavecchiesi alla volta delle spiagge cittadine per trovare in mare un po’ di sollievo dalle temperature insostenibili. Tra le tante mete , anche la spiaggia cittadina del Pirgo: un’oasi di relax a pochi metri dal trantran quotidiano. Tuttavia, raggiunta la folla di turisti in un pomeriggio infrasettimanale, ci colpisce l’aspetto melmoso, “unto”, dell’acqua nella quale stiamo per calarci. Tra noi e il fondale sassoso si frappone anche a riva una brodaglia che colora l’acqua di un verdognolo poco rassicurante. Tuttavia i nostri compagni di nuotate non sembrano preoccuparsi, e così decidiamo di proseguire. La situazione è la stessa anche più a largo, fino almeno all’altezza della “rotonda”, dove addirittura alcuni addensamenti melmosi si distinguono nell’opacità generale. Una bagnante abituale ci rassicura: “non è sempre così, spesso l’acqua è più limpida…” ad ogni modo, qualche sospetto sulla salubrità delle acque ce l’avevamo avuto avvistando un cartello di divieto di balneazione, scritto a chiare lettere proprio a pochi metri dalla riva. Eppure lo avevamo ignorato: consci che se il bollettino della regione Lazio dello scorso 21 maggio nel pubblicare una classifica di tutto rispetto sulla qualità delle coste laziali aveva destinato al Pirgo almeno un “buono”, non avremmo corso alcun pericolo. Di segnali di pericolo, c’è da dirlo, ce n’è più di uno: i continui scarichi inquinanti delle navi, il funzionamento forse non proprio impeccabile (e molto poco pubblicizzato) degli impianti di depurazione e non ultimo la “schizofrenia” delle informazioni che ci arrivano. Questo Pirgo è o non è balneabile? L’evidenza di giornate come questa parla forse più chiaro di qualsiasi chiacchiera da bar o manovra politica. Più che di giallo la questione sembra tingersi di rosso… il disco rosso che dovrebbe frapporsi tra i cittadini e le acque del centro.
Francesca Montanino