“No rumeni?” No imbecilli…

scritta razzistaCIVITAVECCHIA – “No rumeni”: questo è ciò che si può leggere da mesi su un muro in via Achille Montanucci. Nessuno lo ha cancellato e la cosa è tanto più grave in quanto non si tratta di una scritta casuale, ma di un insulto mirato alla famiglia della villetta di fronte: vi abita, neanche a doverlo esplicitare, una signora rumena. Sia chiaro, una donna che lavora, paga le tasse e vive una vita onesta e tranquilla: questo il dramma, che si debba specificare tutto ciò, come se fosse normale che chi viene dalla Romania (o da altre bistrattate parti del mondo) sia qui a far sempre qualcosa di male.
Quale il motivo di questo insulto? Ovviamente, non esiste. L’unica spiegazione è l’odio che nella nostra città si diffonde. E, sempre più, tra le giovani generazioni: quelle che dovrebbero avere la mente più aperta ad accogliere nuovi abitanti. Prima erano gli africani che rubavano il posto alle serre a cogliere i pomodori, poi i polacchi che infastidivano ai semafori, poi sono venuti i cinesi che distruggono il commercio italiano, dopo i pakistani che scocciano con le rose, i rumeni che rubano e stuprano e adesso ci sono i maghrebini che chissà di cosa si renderanno protagonisti. Ancora nel 2011, non riusciamo ad avere una visione d’insieme sul fatto che il multiculturalismo e una popolazione multietnica sono indiscutibili segni di sviluppo e di ricchezza: per quanto se ne voglia dire, l’Italia è una potenza economica e, ormai, un paese di immigrazione (e non più di emigrazione). Vogliamo rammaricarcene e continuare a piangerci addosso oppure cercare di crearne un nostro punto di forza? Non dimentichiamo che l’immigrazione è stata da sempre il valore aggiunto dell’economia americana, sulla cui potenza economica non sembra possibile poter obiettare.
Tuttavia, scritte come quella che è stata fotografata palesano quanto sia abissale il distacco tra la parte sana della popolazione (della quale fanno parte anche i rumeni che si comportano da onesti cittadini) e quella marcia (della quale fanno parte anche gli italiani che imbrattano i muri con scritte razziste). E’ comprensibile il comportamento della signora rumena che vive nella casa di fronte: non è lei a dover ripitturare il muro, ma, non potendosi purtroppo pulire i colpevoli, dovrebbero essere le autorità cittadine ad occuparsi della sparizione di una tanto degradante “opera d’arte”.

Ilaria Melis