“Usi civici: tra bugie, ignoranza e demagogia un problema che ancora attende soluzione”

CIVITAVECCHIA – Cittadini,
sono anni che politici da quattro soldi senza alcuna preparazione giuridica e legislativa utilizzano il grave problema degli usi civici ingannando ignari cittadini allo scopo di raccattare qualche voto ma senza alcuna capacità nel risolvere questo annoso problema.

Ecco la verità: quella giuridica – legislativa e non quella di Cozzolino e Petrelli:
1) La legge 1776 del 1927 e seguenti sono le uniche leggi che regolano la materia degli Usi Civici e dei demani collettivi. La Corte Costituzionale ha ribadito recentemente la competenza unica ed esclusiva dello Stato su detta materia. Quindi la Regione non ha alcuna competenza salvo quella amministrativa in ordine alla esecuzione delle sentenze emesse dai Commissariati agli Usi Civici in sede giurisdizionale. Quindi tutte le critiche mosse dalla Giunta Cozzolino alla Regione sono ingiuste, false ed ingenerose.

I fatti:
1) Nel 1990 il Commissario agli Usi Civici emette una sentenza con la quale statuisce che parte del territorio di Civitavecchia (3 bandite ) appartengono al demanio civico mentre altre sono gravate da diritto di uso civico, (ius in re pubblica, ius in re aliena). Contro questa sentenza che poteva essere impugnata nessuno (Comune o Agraria o cittadini) ha fatto opposizione, per cui la sentenza è diventata esecutiva e valida erga omnes, cioè verso tutti (chiaro!). Nel frattempo, notai, venditori e cittadini hanno continuato a vendere, comprare terreni per costruire case da vendere a ignari compratori che con i loro risparmi e soldi presi in banca erano finalmente riusciti a coronare il loro sogno, quello cioè di farsi finalmente un casa. Dopo anni di indifferenza e di contratti di compravendita improvvisamente il Consiglio del Notariato si sveglia e decide di invitare i Notai italiani a non stipulare più atti di compravendita che riguardassero terreni di uso civico o addirittura appartenenti al Demanio Civico, cioè demaniali. Di fronte a questa nuova ma tardiva quanto purtroppo legale decisione migliaia di cittadini italiani e civitavecchiesi che in buona fede avevano acquistato una casa vengono a scoprire che non possono più venderla perché la loro casa venendosi a trovare su terreni appartenenti al Demanio Civico non era più vendibile. Giustamente è scoppiata la rabbia dei cittadini subito strumentalizzata da politici
ignoranti ed impreparati senza prospettare una benché minima soluzione e il problema è rimasto uguale a 10 anni fa, senza che nel frattempo sia successo niente. Di fronte a questa grave situazione cosa si può fare?

POSSIBILI SOLUZIONI

1) Intanto il Governo Nazionale potrebbe fare un semplice Decreto che con un solo articolo modifichi la Legge 1776/1927, di questo tenore: “Tutti quei terreni che nel corso degli anni abbiano perduto le loro vocazioni agro – silvo – pastorale sono sgravati dal diritto di uso civico ed i possessori di terreni a qualsiasi titolo, previa esibizione documentale del possesso, diventano automaticamente proprietari di tutti i beni.” Questa sarebbe una soluzione possibile a livello legislativo. Se negli ultimi anni (da quando cioè è scoppiato il caso del Notariato) un Sindaco insieme ad altri Sindaci avesse proposto la convocazione di una conferenza Stato/Regione/Città il problema forse sarebbe stato risolto. Ed è quello che proporrò al Dott. Carlo Tarantino se dovesse essere eletto Sindaco di Civitavecchia.
2) Nel frattempo come poter risolvere il problema? La Regione Lazio in ottemperanza alla sentenza del 1990 ha invitato l’Associazione Agraria di Civitavecchia a predisporre una perizia demaniale per individuare le singole particelle catastali gravate e procedere alla relativa perimetrazione. A sua volta l’Associazione Agraria ha incaricato l’Arch. Rossi di predisporre la perizia e consegnarla al committente per poi trasmetterla alla Regione. Detta perizia conteneva errori tanto evidenti che fu immediatamente non tenuta in considerazione dall’Agraria, che affidò invece ad altro perito demaniale l’incarico di predisporre una nuova perizia. Nel frattempo anche il Comune che non ha nessuna competenza in materia ha affidato ad un altro perito l’incarico per la elaborazione di una nuova perizia, provocando un danno erariale che la Corte dei Conti sicuramente addebiterà ai responsabili. Comunque le due nuove perizie che non contengono differenze abissali sono oggi oggetto di infinite discussioni e che il sottoscritto consiglierebbe di metterle insieme e affidare ai due periti il compito di redigerne una sola che sia rispondente alla realtà. Dopodiché trasferire alla Regione questa nuova perizia per procedere poi alla relativa perimetrazione delle aree gravate ottenendo così la liberazione dal vincolo di moltissime aree che diventerebbero da subito libere e come tali commerciabili cioè vendibili.
3) Per le aree invece che dalla due perizie unificate rimarrebbero purtroppo ancora gravate c’è la soluzione fattibile del trasferimento del diritto di uso civico su altre aree di interesse pubblico previo consenso naturalmente dei proprietari. Nel caso particolare ci sarebbero i terreni dell’ARSIAL, (la Frasca), dell’ATER (Torre d’Orlando) e del Comune (parchi pubblici cittadini) che potrebbero ricevere questo gravame e liberare così gli altri terreni compromessi. Con questa operazione peraltro già proposta correttamente da qualche consigliere comunale i terreni e appartamenti non più gravati sarebbero liberi e disponibili. Preciso infine che tale procedura, acquisita la disponibilità necessaria dei proprietari, diventerebbe in tempi brevi definitivamente esecutiva perché neanche la Regione o il Commissariato potrebbero opporsi.
4) Ultima e non auspicabile soluzione rimarrebbe comunque la conciliazione davanti al Commissariato agli Usi Civici previa la valutazione del costo dell’area in questione, e il pagamento in sede conciliativa da parte dell’interessato. Su tale procedura si può comunque trovare una ragionevole conciliazione.
5) Continuare a dire che non esistono i diritti di uso civico, se non c’è una sentenza specifica significa solo prendere in giro le persone. Magari una nuova sentenza dicesse che Civitavecchia non è gravata da diritti civici, saremmo tutti felici. Ma se questa sentenza non sarà emessa è giusto che tutti insieme cercassimo soluzioni alternative, visto che dal 1990 sono trascorsi ben 29 anni!

Queste sono le proposte e sono pronto a confrontarmi con chiunque anche in un pubblico dibattito non potendo più sopportare cialtronerie, bugie e tanta ignoranza, chiedendo anche scusa se finora ero stato assente da questo dibattito ozioso perché ricopro la carica di Sindaco di Santa Marinella e non ricopro ruoli istituzionali in Città. Spero che il nuovo Sindaco, che io mi auguro sia il Dott. Tarantino, si dimostri più attivo di quello attuale.

 

Avv. Pietro Tidei