CIVITAVECCHIA – Salutiamo come importante atto di coerenza e chiarezza la scelta del Comune di Civitavecchia di recedere dal Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale per TVN; un carrozzone istituito nel 2008 da alcuni Sindaci del comprensorio per gestire la rete di centraline sotto l’attenta, seppur esterna, vigilanza di ENEL che ne finanziava il funzionamento con un milione di euro l’anno, e che, di fatto, è servito esclusivamente a costituire un alibi allo stesso ente elettrico per evitare controlli seri dimostrando di aver ottemperato alle prescrizioni imposte dalla VIA 680/2003.
Appare doveroso ricordare, in un contesto in cui tutti si affannano a dipingere tale Consorzio quale unico strumento di difesa della qualità dell’aria, che, oltre a non essere costituito, come prevedeva la VIA, dagli enti preposti al controllo, i dati delle centraline da esso gestite non avevano e non hanno alcun valore legale ((gli unici dati che hanno valore sono quelli delle centraline gestite da ARPA), e il loro unico, possibile, utilizzo è quello di fornire indicazioni per quel “aria mediocre” che, con luce spettrale, appare scritto sui cartelloni luminosi situati in ogni comune aderente al Consorzio stesso..
Vale la pena ricordare che fu una battaglia intrapresa dal Movimento No Coke Alto Lazio, con diffida al Ministero dell’Ambiente, ripresa anche dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, che portò a chiarire, nel 2009, che detto organismo non corrispondeva a quello previsto nel decreto Via e che comunque le attività in carico all’Osservatorio non potevano essere finanziate da Enel.
Piuttosto che dimenarsi inutilmente difendendo il Consorzio con argomenti poveri di sostanza e diffide prive di fondamento giuridico, i sindaci e gli ex amministratori del comprensorio dovrebbero, fare una seria riflessione sulle scelte fatte fino ad oggi e chiedersi se veramente vogliono continuare a tenere in piedi un organismo farsa; ad avere sulla coscienza il peso di scelte lontane dal quel principio di causa-effetto in connessione con l’inquinamento del carbone.
Mantenere il carrozzone del Consorzio di gestione e perseverare nel boicottare l’Osservatorio Ambientale Regionale, fornendo alla Regione l’alibi del suo mancato funzionamento non è solo, da parte dei Sindaci, un atto irresponsabile rispetto alla preoccupazione crescente della gente che vede aumentare i casi di tumore, ma è corresponsabilità nel sempre crescente inquinamento che va accumulandosi nelle matrici acqua, aria e terra del territorio.
L’inversione di rotta del Comune di Civitaveccha che, contestualmente all’uscita dal Consorzio, ha aderito all’Osservatorio regionale, fa ben sperare che la Regione, come suo precipuo dovere, renda tale organismo pienamente funzionante iniziando dal reintegrare i fondi destinati all’attività dello stesso, stornati dalla giunta Polverini e mai più reintegrati, paralizzandone di fatto ogni attività. Ed in questo i sindaci e gli ex amministratori, quasi tutti appartenenti alla maggioranza di governo della Regione Lazio, possono certamente attivarsi.
Con tristezza, ma senza stupore, dobbiamo comunque constatare che alle ferme prese di posizioni assunte dai Sindaci per l’uscita del Comune di Civitavecchia dal Consorzio, denunciando un’inesistente danno ambientale, non abbiano corrisposto altrettanto forti prese di posizione, in fase di approvazione dell’AIA nel 2013 – questa si vero e proprio attentato alla salute – grazie alla quale, lo ricordiamo, incombono sul territorio 9 miliardi 450 milioni di mc di emissioni in più all’anno.
Ma ne sia convinti, tutti loro avranno “milioni” di buoni motivi per spiegare il loro silenzio di allora.
Movimento No Coke Alto Lazio