“Cellule staminali: quale utilità?”

CIVITAVECCHIA – Si definiscono staminali quelle cellule che possiedono la caratteristica di dividersi in modo prolungato dando origine sia ad altre cellule staminali identiche alla “madre” sia a cellule “progenitrici”di quelle che costituiscono tutte le diverse parti del nostro organismo. Le cellule staminali vengono poi distinte in totipotenti, pluripotenti o multipotenti a seconda della loro capacità di dar luogo a tutti i tipi di cellule differenziate o ad un numero comunque limitato di esse. E’ facile capire perché questa venga considerata da molti una delle frontiere più avanzata della medicina, della scienza al servizio dell’ uomo e della cura della salute. Ci sono modi diversi e tecnicamente sempre più sofisticati per ottenere le cellule staminali che servono per la ricerca ed un giorno, si spera, per nuove terapie. La definizione di staminali “adulte” copre tipologie molto diverse e fa riferimento in primo luogo alle cellule che si trovano in tessuti ed organi già differenziati di individui già sviluppati. Ciò che le distingue dal punto di vista della valutazione morale è il fatto che possono essere ottenute senza arrecare danno al “donatore”, così come accade anche nel caso delle cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale. Ma, tuttavia sono gli embrioni a contenere le staminali per eccellenza, cioè le cellule ancora indifferenziate che daranno origine a tutti gli organi e tessuti dell’individuo. E per ottenere queste cellule è inevitabile distruggere l’embrione. E’ questa procedura a risultare eticamente controversa, perché controverso è lo statuto dell’embrione. Per alcuni la sua distruzione non crea alcun problema, perché si tratta di semplice materiale biologico privo del requisito minimo di attenzione morale: la capacità di soffrire. Per altri questa responsabilità “assomiglia” a quella che abbiamo verso gli animali utilizzati in laboratorio: c’è un valore da tutelare, sebbene abbia una radice diversa, ma questo non esclude che possa essere sacrificato per alimentare la speranza di un bene così importante come la salute di tanti individui. Ci sono infine coloro per i quali la soppressione dell’embrione “assomiglia”, almeno in termini di principio a quella di un essere umano utilizzato come riserva di organi. E’ la conclusione inevitabile, se si ammette che nei confronti di ogni singolo embrione abbiamo gli stessi doveri che teniamo nei confronti delle persone. Trovo assolutamente comprensibile che coloro che non riconoscono un valore sufficientemente alto alla vita dell’embrione considerino un’intollerabile interferenza la pressione a limitare questa loro libertà (si pensi agli attuali fatti riportati in questi giorni dalla cronaca a riguardo del diritto a questo tipo di cure …). Concordo con chi a riguardo di un argomento così tanto delicato, ritenga sia dovere di tutti e ciascuno trovare e praticare quelle soluzioni che non dividano. Per questo bisogna volerlo fare e avere poi la pazienza di farlo insieme.

Manila Di Gennaro