Arditi del Popolo, orgoglio della città

CIVITAVECCHIA – In occasione del 120° anniversario della Compagnia Portuale di Civitavecchia è stato inaugurato sabato mattina il Monumento agli Arditi del Popolo alla presenza delle istituzioni. L’inaugurazione, presieduta dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ha visto la presentazione della piazza su Largo degli Arditi del Popolo appena ristrutturata e del monumento in marmo realizzato da Pierluigi Micci.

“Volevo ricordare il legame fortissimo fra gli Arditi del Popolo e la Compagnia Portuale”, ha esordito Enrico Ciancarini, storico civitavecchiese e studioso degli Arditi, che ha continuato ricordando come da sempre i due gruppi siano stati pronti ad aiutarsi a vicenda nella lotta antifascista. “120 anni di Compagnia Portuale e 2 soli anni di Arditi del Popolo – ha detto infatti Enrico Luciani, presidente della Compagnia – ma nel nostro sangue abbiamo il loro DNA”. Ma, come ha detto il Sindaco Antonio Cozzolino, “non è solo il loro sacrificio, che stiamo qui a celebrare, ma l’esempio per il futuro”.

Ha preso quindi la parola Nicola Zingaretti che ha ricordato i grandi valori degli Arditi del Popolo ringraziando la città e la Compagnia Portuale per averli ricordati: “Non posso che dire grazie a voi, oggi, perché la storia della democrazia italiana è fatta di queste storie, di chi ha lottato, di chi è caduto e di chi oggi ci ha permesso di vivere in democrazia e libertà. Nulla è stato regalato e dobbiamo ricordarlo perché saremmo indegni se scordassimo chi si è sacrificato per noi. In un’Italia dove vincono l’ipocrisia e la furbizia, ci accorgiamo quanto quei valori siano importanti, chi oggi metterebbe a rischio la propria vita per salvaguardare la libertà di altri? Tenere alti questi valori serve anche a noi, la democrazia è una battaglia quotidiana, perché tutti i giorni quei diritti costituzionali che diamo per scontanti potrebbero essere messi in discussione. I valori di chi è caduto qui a Civitavecchia devono rimanere i nostri valori, loro sono caduti, ma chi li ha uccisi ha perso, perché ha vinto la democrazia. Sarebbe bello che si trovasse il tempo di portare le nuove generazioni qui per leggere quella frase meravigliosa sul monumento, che è la nostra storia, la loro storia”.

Lorenzo Piroli