Il cavolo è il prototipo di una famiglia di ortaggi detti crucifere, un termine che designa la forma a croce delle infiorescenze prodotte da queste piante per riprodursi.
Considerato insignificante da alcuni,poco gradevole da altri, amato da pochi,il cavolo e i suoi cugini(broccoli,cavolfiore,cavolini di Bruxelles,verza eccetera) non fanno parte degli alimenti che suscitano piú entusiasmo tra i consumatori. Eppure, nonostante tutto ció che di negativo si possa dire sui cavoli, sono tra gli alimenti piú efficaci nel contrastare lo sviluppo del cancro.
Questi speciali ortaggi contengono,solitamente immagazzinati negli scomparti cellulari, un’abbondante varietá di sostanze chimiche chiamate glucosinolati, capaci di liberare due classi di sostanze con forte attivitá antitumorale:gli indoli e gli isotiocianati.
Durante la masticazione, le cellule vegetali vengono frantumate e i glucosinolati che vengono liberati interagiscono con la mirosina, un enzima di queste piante in grado di trasformare tali sostanze in potenti molecole antitumorali.
Queste ultime sono peró particolarmente sensibili al calore:una cottura prolungata riduce significativamente la quota di isotiocianati che vengono liberati una volta che l’ortaggio viene consumato, processo che avviene anche nel trattamento dei surgelati a causa delle alte temperature a cui vengono sottoposti gli ortaggi. Per garantire un maggior disponibilitá di molecole attive é consigliabile dunque, oltre ad una giusta masticazione prima di inghiottire, consumare ortaggi freschi e di stufarli rapidamente o saltarli in padella.
Tra le varie molecole benefiche delle crucifere merita particolare attenzione il sulforafano, un isotiocianato che trova maggio rappresentanza nel broccolo, rendendolo un alimento fondamentale per contrastare patologie neoplastiche. Questa molecola riesce ad accelerare l’eliminazione dall’organismo di sostanze tossiche potenzialmente in grado di far sviluppare patologie tumorali e, inoltre, contrasta direttamente la crescita di cellule cancerose. il sulforafano possiede anche proprietá antibiotiche battericide, soprattutto contro l’infezione da Helicobacter pylori, responsabile della stramaggioranza di casi di ulcera gastrica e conseguente aumento del rischio di tumore dello stomaco.
Nell’ultimo decennio sono stati condotti numerosi studi e ricerche riguardo le proprietá benefiche delle crucifere, portando a risultati e dati molto incoraggianti. In particolare, é emersi che il consumo di cinque porzioni di crucifere alla settimana é in grado di ridurre del 50% il rischio di cancro alla vescica negli uomini e al seno nelle donne, mentre il cnsumo di almeno tre porzioni alla settimana é stato associato ad un ridotto rischio di sviluppare anche altri tipi di tumore a livello polmonare, gastrointestinale e prostata.
Consumare regolarmente questi alimenti tre o quattro volte alla settimana é dunque un modo semplice per fornire all’organismo una potente arma per la prevenzione, soprattutto se ció viene considerato nell’ambito dell’alimentazione occidentale, dove il consumo di crucifere é ancora particolarmente ridotto e poco enfatizzato.
Alessandra Stella