Fiom e Cgil insieme per anticipare la cassa integrazione dei lavoratori della Privilege

CIVITAVECCHIA – Nell’assemblea di sabato pomeriggio, davanti il cantiere della Privilege, la FIOM e la CGIL, nell’ambito di una vicenda complessa e sempre meno chiara e trasparente, hanno ribadito che una delle priorità della questione è quella di mettere in “sicurezza i lavoratori”, dal punto di vista economico, attraverso l’immediata erogazione degli ammortizzatori sociali.

“Per questa ragione, – affermano i sindacati – utilizzando convenzioni recentissimamente sottoscritte da CGIL CISL UIL di Roma e Lazio nell’ambito del sistema bancario e creditizio, per l’anticipo della cassa integrazione a dipendenti di aziende che insistono nella Provincia di Roma, abbiamo avviato un percorso che confidiamo possa concludersi positivamente anche prima di Pasqua, dando un aiuto determinate a persone e famiglie che sono senza reddito dal novembre dell’anno passato. Le convenzioni richiamate intervengono come importante risposta in una congiuntura economica segnata da tantissime situazioni di crisi aziendali e dal ricorso, sempre più ampio, alla cassa integrazione che – in linea di massima – viene erogata dall’Inps con 6-8 mesi di ritardo. Convenzioni che attengono alla cassa ordinaria, straordinaria e in deroga e che – dopo i lavoratori impegnati nel cantiere della Privilege – dovremo utilizzare per tante altre situazioni che purtroppo insistono nel territorio di Civitavecchia. Intendiamo inoltre, pur in presenza di tassi di interesse “bassi e sociali”, chiedere – già nella riunione del Tavolo per il Lavoro del 15 aprile p.v. – a tutti gli attori economici del territorio, l’istituzione di un fondo da utilizzare per compensare (rispetto agli interessi bancari) i lavoratori che faranno ricorso alle convenzioni. Per quanto attiene agli sviluppi, generali e complessivi, della vertenza Privilege, come FIOM e CGIL abbiamo richiesto la convocazione del Tavolo permanente istituito presso il Ministero delle Attività Produttive, ritenendo urgente avviare un percorso alternativo – qualora entro la fine del mese in corso non intervengano i famigerati finanziamenti di banche a favore della Privilege – che preveda la revoca della concessione dell’area e l’utilizzo del cantiere per lavorazioni, con modalità e soggetti da definire, che consentano almeno il mantenimento di tutta l’occupazione in essere. Crediamo che vada utilizzata l’interlocuzione con il Ministero (questione che porremo con forza nell’ambito della riunione del Tavolo Territoriale di martedì prossimo) per candidare autorevolmente il Porto di Civitavecchia come realtà da dedicare strutturalmente “alla manutenzione e alla rottamazione delle navi”, non per “campanilismo” bensì sulla base di fondati elementi economici, tecnici e logistici.”