Il 12 Marzo si è abbattuto l’orrore in Israele: una famiglia di coloni è stata sterminata nella notte. Cinque persone (i genitori, una bimba di tre mesi e due ragazzini di 3 anni e 11) sono stati ritrovati nei propri letti, colpiti da pugnalate. E’ caccia al palestinese che, secondo un portavoce dell’esercito, si è infiltrato nell’insediamento di Itamar, vicino a Nablus, nel nord della Cisgiordania, e ha ucciso le cinque persone. Un infermiere ha raccontato che uno dei bambini ancora respirava quando sono arrivati i soccorsi, che però non sono riusciti a rianimarlo.
Le forze israeliane hanno lanciato una caccia all’uomo, sigillando tutte le strade del quartiere con posti di blocco e ai residenti è stato detto di rimanere in casa. La Brigata dei martiri di al Aqsa, braccio armato di Fatah, ha rivendicato l’azione con un volantino, specificando che è avvenuta all’01.15 del mattino.
Circa 20 mila persone hanno partecipato ieri alle esequie dei 5 membri della famiglia Fogel uccisi nella notte di Venerdì scorso. Una lunga fila di personalità religiose e politiche ha pronunciato gli elogi funebri per Ehud e Ruth e per tre dei loro figli: Yoav (11 anni), Elad (4 anni) e Hadas (3 mesi). Nel rivolgersi ai congiunti delle vittime, alcuni oratori sono scoppiati in singhiozzi.
Gli omicidi orribili in Itamar sono stati un crimine contro l’umanità. Entrare in una casa in quel modo e la macellazione cinque persone nel sonno è prima di tutto un atto di codardia e non fa alcuna differenza se la vittima è un adulto o un bambino, un palestinese o un israeliano.
Motti Fogel, fratello di Udi Fogel, ha detto al cimitero Har Hamenuhot di Domenica che il funerale doveva essere un affare privato. “Una persona è nata per se stesso, ai suoi genitori e fratelli, e muore per se stesso, non è un simbolo o un evento nazionale, e la morte non deve essere permesso di diventare uno strumento di qualcosa”.
Sopra le tombe appena scavate inizia subito la macabra sfilata del contro estremismo: il rabbino capo di Israele Ashkenazi Rabbi, Yona Metzger, ha detto che non esiste un partner per i colloqui sul versante palestinese, e la piccola comunità di Itamar dovrebbe essere trasformata in una grande città israeliana, un programma di estrema destra doppiato da una figura che dovrebbe essere la voce dello Stato.
Lo Speaker della Knesset Reuven Rivlin ha colto l’occasione per dichiarare che Israele “deve continuare a costruire ovunque e in qualsiasi momento”. Il presidente del Consiglio regionale della Samaria Gershon Mesika ha invece commentato: “Tutti i discorsi sulle illusioni di pace devono finire”.
Il Ministro degli interni Eli Yishai si è affrettato a chiedere la costruzione di 5.000 case negli insediamenti.
Molti altri hanno parlato di “affrettare la redenzione”, che significa estendere il controllo ebraico in tutta la zona tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano, e contemporaneamente affrettare il “trasferimento” degli arabi verso l’altro lato del fiume.
Gli omicidi hanno rafforzato gli estremisti di entrambe le parti. Quelli sul lato palestinese spingono per lanciare una campagna di vendetta tra i giovani coloni coetanei nei loro villaggi: per scatenare una terza intifada.
Netanyahu, che in fondo non ha mai creduto nella soluzione dei due Stati, nonostante il suo discorso di Bar-Ilan ha colto al volo l’occasione per ribadire che “tutta la terra appartiene a noi”, e quindi ci pare di capire che la parola d’ordine dei due Stati è destinata solo a comprare un po ‘di simpatia dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
La sensazione è che in Samaria, oltre ad insultare la morte oscenamente perpetrata di una famiglia strumentalizzandola, ci si avvii alla sconfitta di tutti.