La villa romana dimenticata

villa romana grottacceSANTA MARINELLA – E dopo il ponte romano usato come rifugio per i senzatetto e orinatoio pubblico l’estate scorsa, (articolo del 26 luglio 2011 “Reperto archeologico o pastiche postmoderno?”, per fortuna tempestivamente bonificato, grazie al prezioso libretto consegnatoci dal box informazioni in Piazza Civitavecchia lo scorso 5 luglio per riempire l’imbarazzante silenzio dopo la nostra domanda: “cosa c’è da vedere a Santa Marinella? (articolo del 26 luglio 2011 “Cosa si può visitare a S. Marinella?), complice la sopraggiunta primavera, ci siamo avventurati alla ricerca di uno dei resti romani più suggestivi di Santa Marinella: la villa romana delle Grottacce. Apprendiamo la notizia della sua esistenza dai racconti di alcuni cittadini storici del paese e dall’opuscolo turistico del Comune, che localizza la villa romana delle Grottacce all’altezza del chilometro 58 della via Aurelia, in prossimità del mare. Dalla strada non si vede nulla però, non ci sono cartelli né indicazioni, ci sono l’Aurelia, il guard rail, una fitta vegetazione e il mare, ai lati una spiaggia e delle case. Apparentemente l’insediamento romano sembra non esserci. Decidiamo di passare dalla spiaggia pensando che sia nascosto dalla vegetazione. Dopo una poco agevole discesa ed una acrobatica passeggiata sugli scogli, iniziamo a vedere delle mura romane, alcune rovinate, altre conservate abbastanza bene, sono visibili anche dei pozzi, ricoperti di sassi per sicurezza. Pezzetti di pavimenti antichi e di mura si trovano tra i sassi e la vegetazione della zona. Salendo su una serie di scogli verso le mura, finalmente ben visibili, la visione è davvero suggestiva. Sempre secondo il libricino del Comune, questo era un vasto insediamento provvisto di un impianto di piscicoltura e di un lungo molo di ormeggio. Ci sono ancora conservate le strutture relative alle attività produttive della villa: magazzini, ambienti di lavoro, cisterne e il lungo criptoportico. “Sono i resti di una villa d’otium di età imperiale che in origine doveva occupare uno spazio di circa un ettaro e mezzo. – spiega meglio il sito del comune di Santa Marinella – La villa marittima viene identificata da molti studiosi di topografia antica come il luogo dell’antico porto di Panapione. Oggi è visibile una sala rettangolare con abside pavimentata a mosaico, forse parte della zona termale; un criptoportico rettangolare, con ambienti centrali pavimentati in marmo, culminante in un loggiato con arcate successivamente chiuse. Accanto al criptoportico si allineano quattordici cisterne rettangolari con volte in calcestruzzo, in origine alimentate da qualche sorgente vicina e successivamente adibite a depositi. Tre pozzi circolari costruiti in opera reticolata servivano ad attingere l’acqua dall’alto. La zona residenziale, posta nei piani superiori, è completamente distrutta dall’erosione del mare e degli agenti atmosferici. La grande peschiera, di fronte alla villa, di forma villa romana grottacce2semicircolare articolata in una serie di vasche interne destinate all’allevamento di pesci e molluschi, collegata al mare tramite canali, oggi è sommersa. Le murature della villa ed i materiali cementiti recuperati nel corso degli scavi e nello specchio d’acqua antistante, fanno ipotizzare che le prime costruzioni risalgono alla metà del I sec. a.C. e che sia stata frequentata fino al VI sec. d.C.” Uno spettacolo archeologico, che non ha nulla da invidiare a siti ben più famosi, purtroppo abbandonato a se stesso, in balìa degli eventi atmosferici e all’erosione del mare. Possibile che non si possa far nulla per valorizzare questa sicura attrazione turistica? Bisognerebbe innanzitutto segnalarla e renderla accessibile costruendo un sentiero o delle scale, o comunque un passaggio che non necessiti di un’impervia scalata, tagliare la vegetazione che è cresciuta rigogliosa, mettere in sicurezza il sito e valorizzarlo per farne un polo turistico importante. Se si riuscisse a sfruttare pienamente quello che ci offre il nostro territorio non si perderebbe più tempo a pensare come rivitalizzare il turismo a Santa Marinella.

Francesca Ivol