CIVITAVECCHIA – “Una cattiva scuola”. Senza giri di parole, la riforma proposta dal Governo Renzi è stata definita così dagli autoconvocati della scuola riunitisi ieri pomeriggio all’Aula Pucci. Presenti docenti, genitori, studenti e anche tre dirigenti scolastici del comprensorio.
Secondo quanto emerso nel corso del dibattito, la riforma voluta da Renzi, in realtà, nasconde un’amara verità: tagli alla scuola pubblica attraverso il blocco degli scatti di anzianità fino al 2018; abolizione del contratto collettivo nazionale; introduzione del sistema meritocratico (“che di fatto alimenta la competitività a discapito di soluzioni condivise e collegiali”), e abolizione delle graduatorie di istituto.
In cambio di tutto questo, Renzi annuncia l’assunzione di almeno 150.000 precari che però, a detta dei presenti era stata già varata con legge dal governo Prodi nel 2007, rimanendo tuttavia mai applicata. D’altronde, hanno chiarito i presenti, Renzi non ha scelta su questo punto perché l’Europa sta per comminare all’Italia una multa di ben 4 miliardi di euro (la sentenza è attesa per il prossimo 26 novembre) a causa dell’eccessivo ricorso al precariato.
Tema del precariato a parte, molti i punti della riforma duramente contestati ieri. In primo luogo il metodo con cui è stata divulgata: “Un voto telematico in cui i cittadini sono indotti a rispondere a un format blindato di domande che non consente di esprimere liberamente il proprio parere sui temi trattati – ha sottolineato la docente Elisabetta Gallo – Il pericolo consiste nel fatto che il governo, avvalendosi di tali risposte telematiche, possa far passare come approvata dalla collettività la presente proposta di riforma della scuola e di conseguenza superare il dibattito parlamentare”.
Secondo argomento dolente, su cui ha principalmente insistito la contestazione dei lavoratori, delle OO.SS. e degli studenti, è il sistema meritocratico. “Alla richiesta del rinnovo del contratto di comparto – ha aggiunto Elisabetta Gallo – Renzi ha risposto invece con la sua abolizione e l’introduzione di un sistema meritocratico, premiante solo il 66% degli insegnanti, mentre il restante 34 dovrebbero rimanere al palo. In poche parole se la riforma de ‘la buona scuola’ verrà approvata, a tutti gli insegnanti saranno aboliti gli scatti di anzianità di servizio, ad eccezione di quelli ritenuti più bravi dai Dirigenti scolastici, che di tal guisa avranno diritto agli scatti retributivi ma solo per meriti”.
Il merito come detto premierà solo il 66% del personale docente, consentendo loro di guadagnare di più, anche se fino al 2018 il contratto resterà bloccato. “In questo modo tale sistema permetterà allo Stato di ottenere enormi risparmi, realizzabili attraverso il blocco degli aumenti degli stipendi, con il nuovo sistema delle supplenze e riservando solo ai meritevoli maggiori guadagni con conseguenti effetti negativi su TFR e pensioni. Ad esempio coloro che risultano sempre immeritevoli potrebbero addirittura avere una perdita secca di 7.684 euro all’anno in busta paga”.
Ma in cosa consistono i meriti? E inoltre come può un insegnante essere riconosciuto meritevole? “I docenti con la riforma Renzi potranno guadagnarsi il diritto al merito – ha aggiunto Tiziana Belli – attraverso: i crediti derivanti dalla partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento professionale, i risultati delle prove INVALSI, la disponibilità a svolgere ore straordinarie stabilite dal Dirigente in base alle necessità dell’istituto e le supplenze”.
C’è poi la questione del ricorso al personale interno per sostituire i docenti assenti, non ricorrendo più alle supplenze. “In caso di malattia – ha spiegato ancora Elisabetta Gallo – il Governo risparmierà facendo sostituire il collega assente da un altro e le ore in più effettuate non saranno pagate ma attribuite in una banca delle ore, il cui recupero verrà effettuato durante il periodo festivo”.
“La buona scuola: se la conosci la combatti”: questo è stato lo slogan conclusivo dell’incontro, con cui si è voluto inaugurare una nuova stagione di lotte: in primis il supporto alla legge di iniziativa popolare per la buona scuola della Repubblica, firmata da 100mila cittadini e già depositata in Parlamento, e l’approvazione di mozioni e ordini del giorno da presentare negli organi collegiali della scuola, in cui si contestano tutti i punti critici delle Linee guida sulla scuola.
Tra i presenti ha preso la parola anche un rappresentante degli studenti, Andrea Moretti, che ha espresso la piena solidarietà al corpo docente ed annunciato corteo per il giorno 14 novembre a Civitavecchia, che culminerà in una assemblea all’Aula Pucci, allo scopo di sensibilizzare la collettività sui contenuti della riforma Renzi.
“E’ vero che non possiamo cambiare il progetto della buona scuola con questa assemblea – ha concluso Marco Galice, docente precario – ma dobbiamo mettercela tutta, parlare insegnanti con studenti e studenti con le famiglie, perché è in ballo il futuro delle nuove generazioni”.
In allegato il testo integrale della mozione approvata ieri dall’assemblea degli autoconvocati. mozione autoconvocati