“Dopo due anni siamo ancora in emergenza rifiuti ”

BRACCIANO – “Dopo due anni siamo ancora inemergenza rifiuti ”. Ne sono convinti i componenti del Comitato Bracciano Stop Discarica e dell’associazione Raggio Verde che hanno impugnato, con notifica effettuata in data 27 dicembre, la Valutazione di Impatto Ambientale rilasciata dalla Regione Lazio con esito positivo per l’apertura di un nuovo invaso a Cupinoro. “Nonostante la collocazione di nuove discariche sia espressamente vietata sui terreni di Cupinoro – sostengono in una nota comune le due sigle – la Regione ha ritenuto, travisando la qualificazione dei terreni nel Piano Territoriale Paesistico Regionale, di rilasciare una Via positiva all’apertura di un nuovo invaso, mentre avrebbe invece dovuto chiudere l’attuale. Il provvedimento della Regione Lazio mira dunque a consolidare l’esistenza di una discarica in un’area sottoposta a svariati vincoli (Zona a Protezione Speciale di pregio naturalistico, soggetta a vincolo paesaggistico ed archeologico) e gravata da usi civici in favore della popolazione. La nuova discarica è stata autorizzata senza nemmeno coinvolgere il Ministero dei Beni culturali e del turismo, nonostante il vincolo paesaggistico imponesse ciò e il parere del Ministero fosse vincolante. L’argomento con cui la Regione sembra aver autorizzato la nuova discarica è proprio l’esistenza della precedente discarica, come se l’esistenza di una situazione illegale (nell’area adiacente alla discarica non c’è nemmeno un impianto di trattamento dei rifiuti..) possa legittimare il perpetrarsi della stessa”.
Un quadro che porta il Comitato Bracciano Stop Discarica e l’associazione Raggio Verde a rilevare come “a distanza di oltre due anni dall’inizio della gestione emergenziale dei rifiuti, ancora non siano stati individuati dalla Regione siti idonei ove collocare discariche che ricevano la frazione residua dei rifiuti urbani non altrimenti recuperabile e che l’unico modo per risolvere l’emergenza rifiuti sia quello di spostare da un gruppo di cittadini ad un altro i problemi ambientali e di salute connessi alla vicinanza della discarica”.
“E’ ora – concludono – che gli organi istituzionali smettano di giocare con le parole. ‘Gestione dei rifiuti’ non è un concetto che si può associare ad un processo a senso unico che, iniziando da una mancata progettazione dei prodotti, arriva direttamente al seppellimento dei rifiuti o al loro incenerimento oppure, come indica la nuova tendenza del mercato, alla costruzione di pericolosi impianti a biogas. Questo processo, a cui tutti gli italiani sono stati educati nel corso degli ultimi 4 o 5 decenni, indica piuttosto l’assenza totale di alcuna capacità di gestire i rifiuti. Gestione che è invece possibile e attuata con successo in moltissimi luoghi dove è previsto un ciclo eco-compatibile dei rifiuti che comprende la loro riduzione, oltre al riutilizzo, riciclo e recupero in materia. Corretta politica di gestione dei rifiuti che, se perseguita efficacemente, potrà giovare all’ambiente ed alla salute e creare posti di lavoro”.