Dopo una lunga pausa estiva torno a condividere con voi le opere di grandi fotografi più o meno noti ma che riescano comunque a suscitare la mia curiosità, tema centrale di questa rubrica.
Lo spunto mi è stato offerto, stavolta, da un breve trafiletto su una mostra estera di foto animali. Nelle mie escursioni, a dire il vero piuttosto casuali, sulle riviste e sui siti internet mi sono spesso imbattuto in veri specialisti del ritratto animale in studio, un genere che non smuove più di tanto i miei interessi spiccatamente paesaggistici, nonostante il grande amore che nutro da sempre per la natura. Lo scorso anno, ad esempio, avevo segnalato la mostra all’Auditorium di Roma dedicata al celebre Joel Sartore, fotografo di spicco di National Geographic impegnato da anni in un progetto sugli animali a rischio di estinzione. Stampe di qualità eccellente ma un po’ convenzionali.
Il britannico Tim Flach, invece, protagonista della mostra di cui parlavo in premessa, mi intriga particolarmente perché i suoi scatti sono tra i più interessanti che mi sia capitato di vedere nell’ambito di questo genere e certamente valgono più di un semplice ritratto naturalistico.
Vi consiglio per prima cosa di entrare sul sito internet dove verrete accolti da una divertente home animata, graficamente essenziale ma l’effetto è assicurato.
Due ingredienti, semplicità e spettacolarità, che Flach riesce ad esprimere al meglio grazie a tutta la potenza visiva di cui è capace. Volendo fare un sunto del suo progetto estetico, potremmo identificare tre distinte serie di lavori: quando non vuole esaltare madre natura ritraendo le creature nel loro ambiente selvaggio o quando non si cimenta in un “ritratto ambientale” alla Harold Newman confezionando divertenti allestimenti, decontestualizza il soggetto concentrando tutto il fuoco degli obiettivi sulle forme e sui dettagli.
Guardate la raccolta More Than Human, ritratti impressionanti, primi piani talmente intensi da sembrare umanizzati. Una prerogativa che di solito appartiene alle specie antropomorfe, ma Flach ci induce a fissare negli occhi anche le creature dalle espressioni più imperturbabili attivando indirettamente un contatto visivo spiazzante. La vicinanza fisica al soggetto ed un’accuratezza tecnica quasi vertiginosa sono gli ingredienti funzionali ad un progetto fatto di immagini strepitose, talvolta non prive di una sottile ironia come nel caso, tra gli altri, del bellissimo ritratto eseguito ad una coppia di pipistrelli che mette quasi soggezione.
Impossibile, a questo punto, resistere alla tentazione di visitare anche le due gallerie dedicate a cani e cavalli, soggetti che possono indurre facilmente la banalità, quindi perfetti per testare la sua bravura.
Flach gioca con i cinetismi del pelo canino, esalta gli effetti scultorei della possente corporatura equina, interagisce con l’intelligenza del loro sguardo, evita la scontatezza di immagini convenzionali o forse sarebbe più corretto affermare che riesce a farcela dimenticare grazie alla grande comunicatività della sua arte, capace di trasmetterci tutta la “presenza” dei suoi affascinanti ed inconsapevoli modelli.
Questo l’official web site di Tim Flach:
Per chi volesse approfondire vi linko una breve intervista in inglese con poche ma significative immagini di backstage.
https://spectrumphoto.co.uk/five-questions-with-tim-flach-radi-konstantinov
A cura di Michele Galice