Altro sequestro milionario all’imprenditore tarquiniese denunciato un mese fa

FinanzaCIVITAVECCHIA – Hanno portato ad un ulteriore consistente sequestro di beni  le indagini che la Guardia di Finanza ha continuato a svolgere successivamente alla denuncia, circa un mese fa, di un imprenditore di origine sarda ma stabilmente residente sul litorale laziale cui erano stati sequestrati beni immobili e attività economiche per un valore di oltre 15 milioni di euro. Le indagini costantemente dirette dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, integrate con gli esiti di accertamenti bancari e finanziari su tutto il territorio nazionale, hanno permesso infatti di ricostruire altre posizioni economiche e finanziarie riconducibili all’imprenditore, anche se spesso schermate e protette attraverso la fittizia intestazione delle attività a prestanome compiacenti. E così questa mattina, sempre su ordine del Tribunale di Roma, nel corso di un’operazione della Guardia di Finanza che ha visto impegnati il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, il Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e la Stazione Navale di Civitavecchia è stato sottoposto a sequestro un ulteriore complesso di beni ed attività economiche.L’imprenditore, con precedenti per delitti contro la persona ed il patrimonio, già inquisito per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti via mare, pur dichiarando redditi a stento sufficienti ad assicurare il mantenimento della propria famiglia aveva accumulato, intestandolo a se stesso o a suoi stretti familiari, un ingentissimo patrimonio. La palese sproporzione tra i redditi dichiarati e la posizione economico–patrimoniale, uniti alla evidente pericolosità sociale accresciuta nel corso degli anni, hanno indotto la Procura della Repubblica di Civitavecchia a proporre al competente Tribunale di Roma  l’irrogazione di una Misura di Prevenzione di carattere personale e patrimoniale, che prevede il sequestro non solo dei beni direttamente intestati all’uomo, ma anche di quelli intestati a familiari e prestanome, a propria volta privi di reddito, che si erano prestati a fungere da schermo nel tentativo di eludere eventuali provvedimenti giudiziari. I beni sottoposti a sequestro a seguito delle indagini svolte dai militari del Corpo comprendono tredici immobili, cinque autovetture, quattro società commerciali intestatarie di ulteriori immobili e numerose quote societarie.
L’operazione rientra tra gli obiettivi che le Fiamme Gialle stanno perseguendo da tempo nel contrasto alla criminalità organizzata con particolare riferimento al sequestro di beni accumulati illecitamente, allo scopo di prevenire e reprimere l’inquinamento dell’economia sana attraverso l’immissione di capitali investiti dai sodalizi criminali.