Ma la prostituzione è legale?

Ma prostituirsi è legale? La legge in Italia consente la prostituzione come libera scelta individuale ma vieta e punisce severamente l’induzione (ovvero convincere o obbligare una persona) e lo sfruttamento (ovvero il ricavo di soldi) della prostituzione. Il punto di riferimento normativo è la Legge n° 75 del 20 febbraio 1958, meglio nota come “Legge Merlin”, che dispose la chiusura delle cosiddette “Case chiuse” o “Case di tolleranza” dove si praticava la prostituzione. Gli articoli più importanti di questa legge sono i seguenti.
Art. 1) E’ vietato l’esercizio di case di prostituzione nel territorio dello Stato e nei territori sottoposti all’amministrazione di autorità italiane.
Art. 3) “E’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da Euro 260,00 a Euro 10.400,00: chiunque abbia la proprietà di una casa di prostituzione, o comunque la controlli, o diriga, o amministri; chiunque avendo la proprietà o l’amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione; chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione; chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità; chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui.
Art. 5) Sono punite con la sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 16,00 a 93,00 le persone dell’uno e dell’altro sesso: che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto; che seguono per via le persone, invitandole con atti e parole al libertinaggio.
Art. 10) Le persone minori di anni 18 che abitualmente o totalmente traggono i loro mezzi di sussistenza dalla prostituzione saranno rimpatriate e riconsegnate alle loro famiglie, previo accertamento che queste siano disposte ad accoglierle.
Le pene diventano molto più severe quando lo sfruttamento o l’induzione alla prostituzione coinvolge ragazzi minorenni. In questo ambito, grazie alla diffusione di internet, si è molto diffuso negli ultimi anni il reato della prostituzione e della pedopornografia su internet. Un rischio da cui i ragazzi che frequentano la rete devono guardarsi con molta attenzione. Può capitare infatti che immagini intime e personali vengano divulgate o vendute per ricavarne profitti, o peggio ancora che adolescenti vengano contattati da persone più grandi su internet e convinti a spogliarsi in rete, a farsi fotografare e, in casi ancora più gravi, ad incontrare realmente adulti per scopi sessuali. In quest’ultimo caso i ragazzi mettono spesso a rischio anche la loro incolumità fisica. A tal proposito, per mettere in guardia i nostri coetanei dai rischi che si corrono, riportiamo due recenti episodi di cronaca riguardanti lo sfruttamento della prostituzione tramite il web:

Adescavano giovani su internet

“Adescavano delle minorenni sui social network per avere rapporti sessuali. Loro uomini di età compresa tra i 20 e i 42 anni, le ragazzine appena dodicenni. Una storia che ha dell’inverosimile. Accaduta tra la città di Cosenza e alcuni comuni dell’hinterland martedì 12 marzo 2013. Per tre di loro sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre due sono in carcere. Lo scenario è quello di Facebook e di Badoo, social network molto diffusi anche tra i giovanissimi. Le indagini sono partite a giugno dello scorso anno, quando la Polizia postale di Cosenza ha raccolto la denuncia della sorella di una delle ragazzine, che aveva scoperto tutto entrando nel profilo facebook della giovane. Immediate le indagini che hanno permesso di ricostruire l’accaduto. Secondo i riscontri, infatti, le due ragazzine erano state adescate sui social network. E’ qui che avvenivano i dialoghi con i cinque uomini, spesso anche per raccontarsi dei rapporti consumati in precedenza. Gli appuntamenti venivano fissati nei centri commerciali, dove le ragazzine si facevano accompagnare dai genitori. Poi il trasferimento in luoghi appartati, dove venivano consumati anche rapporti completi, in alcuni casi anche con violenza e contro la volontà delle giovanissime. Per questo è contestato, per alcuni episodi, anche il reato di violenza sessuale. Questi episodi di violenza risalirebbero anche a diversi mesi addietro, quindi con le giovani che avevano anche meno di 12 anni”. (fonte: www.ilquotidianodellacalabria.it – 12 marzo 2013)

Pedopornografia, arrestato ex poliziotto

“Si è chiuso con un arresto il filone processuale a carico di un uomo di 37 anni, di Tarquinia, accusato di molestie sessuali nei confronti di diverse bambine. La Cassazione nei giorni scorsi lo ha infatti condannato a scontare otto anni di carcere, come residuo di pena per il cumulo di reati rilevati nel corso degli anni. L’uomo aveva adescato minorenni attraverso la rete internet, li aveva filmati, li aveva pure ricattati e aveva anche realizzato un vero e proprio traffico illecito di materiale pedo-pornografico, poi smascherato dalla Polizia postale di Modena. La quale, su coordinamento della Procura di Civitavecchia, sequestrò nella sua abitazione una grande quantità di materiale a sfondo pedo-pornografico. Ma non solo: il tarquiniese, peraltro un ex poliziotto, ha all’attivo anche una lunga serie di reati relativi alla pedofilia, che nel corso degli anni hanno visto in azione anche la polizia del commissariato di Tarquinia e i carabinieri della locale stazione. Gli uomini dell’Arma lo hanno bloccato nei giorni scorsi, con tanto di valigie a bordo di un’auto sulla strada statale Aurelia, nei pressi di Santa Marinella, mentre cercava presumibilmente di sfuggire alla prospettiva di finire in carcere. (fonte: www.ilmessaggero.it – 22 aprile 2013)

Agnese Musto, Giulia Valeriani e Patrizia Ciani