“Enel investe nella logistica…ma a La Spezia e Livorno”

CIVITAVECCHIA – Stessa storia, stesso copione, stesse abitudini. E stesso protagonista, l’Enel, che sembrerebbe anche stavolta relegare Civitavecchia nel dimenticatoio, nonostante gli anni di servitù energetica e le pur sempre infiocchettate dichiarazioni di buoni intenti. A denunciare quello che si profila come l’ennesimo schiaffio alla città e l’Unione Sindacale di Base, che commenta la decisione dell’azienda elettrica di realizzare attraverso Enel Logistics srl, società di recente costituzione, una rete di depositi doganali per la logistica di merci, riconvertendo a tal fine aree e strutture inutilizzate adiacenti alle centrali elettriche situate vicino ai porti.

“Un progetto che – commentano dall’USB Civitavecchia – secondo Enel, servirebbe a intercettare i flussi di container che transitano nel Mediterraneo, portando lavoro nei territori (stoccaggio, movimentazione, riparazione container, lavorazione e smistamento delle merci) e vantaggi per gli operatori proprio grazie ai benefici fiscali derivanti dal deposito doganale. In senso generale una buona iniziativa, quindi, volta a creare sviluppo e occupazione, che tuttavia si accompagna ad un particolare piuttosto preoccupante: i primi due siti interessati alla realizzazione di depositi doganali, forse operativi già nel 2021, sarebbero infatti quelli delle centrali di La Spezia e di Livorno. Vale a dire due dei maggiori porti sul tirreno in competizione con il nostro scalo, rispettivamente già al secondo e al quinto posto della classifica nazionale 2019 per movimento container con un totale di ben 1.834.721 TEU (Civitavecchia 112.249 TEU). Siamo allibiti. Non solo Enel ripropone per questo territorio sempre la solita ricetta, combustibili fossili e denari ‘compensativi’, escludendolo sistematicamente da investimenti puliti che va invece realizzando altrove, ma il fatto che contemporaneamente alla realizzazione dell’ennesima centrale si accinga a potenziare scali concorrenti al nostro lascia effettivamente senza parole. Tanto più, va rimarcato, considerando che nel caso non cederebbe semplicemente le aree a terzi – come ad esempio avvenuto nell’ex centrale di Marghera – ma entrerebbe nel mercato della logistica con una propria società. Vista la forza politica ed economica di Enel, grande azienda con capitale pubblico e al contempo potente multinazionale, c’è sicuramente di che allertarsi”.

“Ad ogni modo – proseguono dall’USB – pare che il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini, già contrario al gas e favorevole solo a investimenti green non l’avrebbe presa bene. La cosa un po’ sorprende, ma il contesto socio-produttivo della città ligure è ben diverso da quello di Civitavecchia. In tal senso ci piacerebbe sapere che ne pensa invece il nostro Sindaco, e poi anche il Presidente dell’AdSP, la Regione, un po’ tutta la politica locale e le stesse le associazioni datoriali. Quello che temiamo noi, è che il progetto Enel per La Spezia e Livorno affossi definitivamente ogni possibilità di rilancio del traffico container per il nostro scalo, specie nel caso in cui – con il commissariamento previsto dal Governo – venisse anche terminata l’autostrada tirrenica. Enel, d’altro canto, afferma che starebbe in ogni caso valutando ulteriori aree retroportuali da inserire nel progetto. In tal caso sarebbe interessante sapere se Civitavecchia potrà essere o meno coinvolta e in quali termini, con riguardo alle aree interessate, ai volumi di traffico attesi, all’impatto occupazionale, alla riqualificazione dei lavoratori coinvolti dal fine carbone, alla collaborazione con le imprese locali, ecc. Crediamo sia quanto mai urgente una discussione pubblica su questi temi e sul tipo di presenza che Enel – dopo più di mezzo secolo di centrali – dovrebbe avere in questo territorio”.