Svizzera. E’ allarme cassette di sicurezza acquistate da italiani per nascondere il denaro al Fisco

I reati finanziari maggiormente denunciati in Ticino permangono la falsità in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita, l’amministrazione infedele e il riciclaggio. Lo ha indicato ieri, martedì 7aprile, la sezione reati economico finanziari (REF) della polizia cantonale, fornendo il bilancio 2014 del proprio operato.Lo scorso anno la REF ha lavorato a 179 inchieste effettuando 31 arresti. La maggior parte dei denunciati è italiana (51%; gli svizzeri sono il 39% e il 10% è composto da altre nazionalità). Molte inchieste nel settore finanziario e parabancario traggono origine da fatti o persone legate alla penisola: in quest’ambito è emerso il fenomeno delle cassette di sicurezza in mano a fiduciarie e privati che, non sottostando alle norme FINMA, soddisfano la crescente domanda di coloro che cercano un modo per depositare i propri averi senza dichiararli al fisco.Nel suo rapporto, la REF segnala inoltre la radicalizzazione in Ticino di società prive di capitale: esistono persone che fanno del commercio di mantelli giuridici la loro principale attività. “E’ evidente – osserva Giovanni D’Agata, presidente dello ‘Sportello dei Diritti’-  che operazioni di questo tipo non sono quasi mai affidate all’inventiva delle singole persone. Ma quasi sempre hanno la complicità di professionisti esperti del settore, consulenti o commercialisti, che consigliano al cliente il pacchetto chiavi in mano di come poter reimpiegare il denaro contante frutto principalmente di evasione fiscale, senza rischiare troppo i soldi all’ estero. La maniera più utilizzata per nascondere il denaro al Fisco è senza dubbio oltre quello di creare sedi legali estere a società che invece operano interamente nel nostro paese, depositare contanti nelle cassette di sicurezze delle banche che sono sempre più introvabili oppure carissime nella vicina Svizzera”.