“Un’emozione unica la nostra visita alle grotte di Frasassi”

grotte di frasassiCIVITAVECCHIA – Sveglia all’alba per gli iscritti dell’Associazione Motociclistica Civitavecchiese che anche quest’anno ha organizzato una gita sociale di stampo culturale: il 25 Settembre, a bordo di un pullman GT, è stata effettuata un’escursione avente come meta le Grotte di Frasassi.
A metà mattinata siamo giunti a Genga, cittadina che vanta, ormai da anni, la presenza delle famigerate “Grotte” sotterranee ubicate all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Ad attenderci all’entrata una gentile guida che ci ha accompagnati lungo tutto il percorso, durante il quale ci ha illustrato le meraviglie racchiuse all’interno della montagna. Inoltre, abbiamo avuto l’onore e il piacere di avere lì con noi la presenza del Prof. Giancarlo Cappanera per la ricorrenza dei 40 anni dalla scoperta delle Grotte risalente al 25 Settembre 1971 ad opera del gruppo speleologico CAI di Ancona facente parte anche dallo stesso.
Con l’adrenalina alle stelle e il cuore in gola abbiamo varcato la soglia dell’ingresso trovandoci dinnanzi la prima grotta denominata “L’Abisso Ancona”: spazio talmente ampio da poter inglobare interamente il Duomo di Milano; anche se le grandezze e le distanze erano difficilmente calcolabili ad occhio fenomeno che, a detta della guida, spesso accade qualora non vi siano oggetti o punti di riferimento con cui poter fare un confronto.
La guida ha spiegato ai presenti che la formazione delle stalattiti e delle stalagmiti è tutt’ora in atto grazie ad un processo plurimillenario durante il quale goccioline d’acqua, scivolando lungo le rocce calcaree, hanno formato quelle numerosissime sculture naturali che si dispiegavano dinnanzi a noi, rese ancor più maestose da giochi di luci e ombre. Durante questo processo anche le correnti d’aria interne, impercettibili all’uomo, hanno avuto un ruolo fondamentale per la realizzazione di forme stravaganti delle sopra citate sculture.
Affascinante è stata anche la spiegazione del Prof. Cappanera che ha narrato la storia di come lui, insieme ad altri speleologi, sono riusciti a trovare il varco d’accesso alle grotte, i metodi da loro utilizzati per misurare le altezze, le profondità e la notevole fortuna che hanno avuto per essere riusciti in tale impresa. Dopo alcuni giorni dalla scoperta alcuni speleologi, compreso lo stesso hanno avuto picchi di febbre di oltre 38 gradi e, alcuni di loro, hanno ipotizzato che tale malessere fosse stato causato da forti emozioni.
Caratteristiche sottolineate sia dalla guida che dal Prof. Cappanera sono le curiose denominazioni di alcune sculture rocciose, tra cui: i Giganti, la Madonnina, l’Orsa, la Spada di Damocle (stalattite avente altezza di oltre 7 metri), la Fetta di Pancetta e la Fetta di Lardo, l’Obelisco (stalagmite avente altezza di circa 15 metri ubicata al centro della “Sala 200”), il Castello delle Streghe e molti altri ancora. All’interno delle grotte vi erano anche laghetti e pozzi, questi ultimi profondi oltre 20 metri che si sono formati grazie alla caduta irregolare di goccioline d’acqua.
Varcata la soglia d’uscita delle Grotte ci siamo recati in un punto ristoro nei pressi del sito e, lasciando alle nostre spalle le montagne, alcuni di noi si sono voltati, ancora una volta, mossi da sentimenti di rispetto e timore per aver ammirato un tesoro millenario creato da un Architetto e portato alla luce per essere ammirato dai posteri.

Il consiglio direttivo dell’Associazione Motociclistica Civitavecchiese