CIVITAVECCHIA – Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:
“Circa un anno fa suggerivamo l’uso dell’aspirina, oggi la scienza lo conferma.
Una recente meta-analisi di studi di alta qualità ha mostrato che l’uso dell’aspirina era significativamente associato a un ridotto rischio di mortalità tra pazienti con COVID-19.
Il rischio di mortalità è quasi dimezzato rispetto ai pazienti COVID-19 che non assumono aspirina. Sorprendentemente, i risultati di questo studio era in contraddizione con la precedente meta-analisi di Salah et al, la quale non ha riportato associazioni tra l’uso di aspirina e il rischio di mortalità nei pazienti con COVID-19. Le differenze notevoli tra lo studio precedente e questa meta-analisi erano la quantità degli studi inclusi e un diverso approccio statistico.
In questo studio sono state usate stime di rischio aggiustate basate su ogni calcolo di studi individuali. L’utilizzo di stime di rischio aggiustate è importante negli studi retrospettivi in cui le multivariabili potrebbero diventare fattori confondenti e influenzare i risultati di interesse. Proprio dopo l’aggiustamento si é resa evidente una associazione significativa tra l’uso di aspirina e la mortalità intra-ospedaliera.
L’aspirina, un agente antipiastrinico comunemente noto, ha effetti antinfiammatori, analgesici, antipiretici e antitrombotici, inibendo la produzione di prostaglandine (PG) e trombossano (TX) attraverso l’inattivazione irreversibile sia della cicloossigenasi-1 (COX-1) che ciclo-ossigenasi-2 (COX-2).
Inoltre, le proprietà antivirali dell’aspirina sono state precedentemente documentate in virus sia a DNA che a RNA, inclusi citomegalovirus, virus varicella-zoster, rinovirus, virus coxsackie, virus dell’epatite c, virus dell’influenza H1N1, MERS-CoV e CoV-229E.
Nella fase iniziale della malattia, le caratteristiche antivirali e antinfiammatorie dell’aspirina potrebbero rispettivamente ridurre le repliche virali e limitare il rilascio di mediatori proinfiammatori. La somministrazione di aspirina in questa fase potrebbe dunque presumibilmente ridurre il rischio di sviluppare una grave COVID-19. D’altra parte, nella fase tardiva della malattia in cui si verificano iperinfiammazione e stato di ipercoagulabilità, l’introduzione dell’aspirina potrebbe probabilmente ridurre la gravità della sindrome da tempesta di citochine attraverso la modulazione dell’infiammazione e può prevenire la trombosi fatale attraverso diverse vie.
Assenza completa di conflitto di interessi da parte degli autori”.
Indra Wijaya. The effects of aspirin on the outcome of COVID-19: A systematic review and meta-analysis. October 30, 2021. DOI:https://doi.org/10.1016/j.cegh.2021.100883
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2773058
Giovanni Ghirga