“I negozi storici chiudono per colpa di una burocrazia ostile”

CIVITAVECCHIA – Nuovo grido d’allarme della Confcommercio sulla crisi di settore a Civitavecchia. Tanti, troppi, come nel resto d’Italia, i negozi storici costretti alla chiusura per colpa di una burocrazia ostile e di leggi che non agevolano le attività commerciali. La denuncia dei Confcommercio in questo intervento del Commissario di Roma e Lazio Tullio Nunzi.

“Tra il 2008 ed il 2016 il numero di negozi in sede fissa è sceso del 13,2%; un fenomeno più marcato nei centri storici che in periferia.
A diminuire sono soprattutto librerie, edicole, i negozi di giocattoli e di abbigliamento, e in particolare, i benzinai.
In controtendenza solo farmacie e i negozi di telefonia.
A fare da relativo contrappeso a questa emorragia di negozi (è sufficiente farsi un giro per il centro di Civitavecchia) è la crescita del numero di ambulanti, alberghi, bar e ristoranti. Addirittura in alcuni centri storici ci sono aumenti superiori al 20%.
Il rischio dunque è quello di una rarefazione commerciale progressiva che riduce la qualità della vita dei residenti e l’appeal turistico della nostra città.
Senza i negozi nelle nostre città c’è meno socialità, meno bellezza, più criminalità.
Ovvio che la soluzione sia una revisione delle formule contrattuali per rendere i canoni commerciali più accessibili, una serie di agevolazioni fiscali.
I dati relativi al boom di ambulanti e bar ristoranti, impongono una accelerazione per quanto riguarda il ripristino ed il rilancio del mercato di piazza Regina Margherita, vero centro sociale e di sviluppo di Civitavecchia.
Nonché la soluzione del problema dei dehors. Nessuna volontà polemica contro nessuno, ma una soluzione che permetta agli imprenditori del settore, in previsione della stagione turistica, di attrezzarsi adeguatamente.
Siamo felici che alcune associazioni di categoria finalmente abbiano abbandonatola loro afasia e richiedano una soluzione; ricordo a tutti che il problema si trascina da anni e che c’è stata una delibera del consiglio comunale, unanime perché la soluzione fosse immediata.
Il decreto Madia potrà aiutare ma servono regole certe e condivise che a nostro avviso richiedono tempi brevi.
Si tratta di una forma di rispetto verso imprenditori che in questa città creano lavoro occupazione benessere, ma che hanno spesso la sensazione di lavorare contro”.

Tullio Nunzi – Commissario di Confcommercio Roma e Lazio