Cani d’allerta diabetica, la nuova frontiera della Pet therapy

ROMA – Si allarga sempre più verso nuovi orizzonti la Pet therapy, grazie soprattutto all’impiego del cane. Animale dotato di straordinaria sensibilità e duttilità. Una interessante analisi di questa particolare terapia a sostegno dell’uomo è stata approfondita sabato scorso presso la casa di riposo “Villa Monica” a Mandela, in provincia di Roma, su iniziativa di Apnec Italia (Associazione professionale nazionale educatori cinofili), dell’associazione di educazione cinofila Bau Bla e della Fisc (Federazione italiana sport cinofili).
Ad illustrare le varie tipologie di interventi attuabili grazie alla Tep therapy le educatrici cinofili Ersilia D’Alessandro e Martina Caponi, che hanno evidenziato in primo luogo il lungo e qualificato lavoro di addestramento a cui vengono sottoposti i cani, rigorosamente adulti, impiegati successivamente in ambito terapeutico, riabilitativo, educativo e ludico.
“E’ scientificamente dimostrato – ha sottolineato Ersilia D’Alessandro – che la Pet therapy produce nell’uomo molteplici benefici fisici: migliora il sistema cardiocircolatorio, diminuisce i battiti e la pressione, rafforza le funzioni del sistema nervoso, contrasta gli stati d’ansia e la depressione”. Non a caso la Pet therapy è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Salute che ne ha approvato recentemente le relative linee guida. E il modo in cui i cani addestrati e presenti per l’occasione hanno allegramente interagito con gli anziani ospiti della struttura ne è stata evidente dimostrazione.
Nell’ambito terapeutico un settore ancora in fase di esplorazione e sperimentazione, ma dalle grandissime e assai preziose potenzialità, è quello dei cani di assistenza ai malati di diabete, di cui è pioniera l’Aicad, Associazione italiana cani allerta diabetica, unica ufficialmente riconosciuta in Italia. Manca tuttavia ancora un riconoscimento ufficiale a questa attività da parte del Ministero e tutti gli sforzi dell’Aicad sono profusi affinché l’utilizzo dei cani nell’assistenza alle persone afflitte da diabete possa essere al più presto disciplinato attraverso una specifica legge. Per adesso l’Aicad opera in proprio, autogestendosi e autofinanziandosi, con risultati tuttavia già sorprendenti, come ha spiegato a Mandela il Presidente Paolo Incontri. “Il cane ha capacità olfattive straordinarie ed è in grado di percepire odori a cui l’uomo è totalmente insensibile. I cani che noi addestriamo per l’allerta diabetica, grazie alla loro particolarissima sensibilità, sono pertanto in grado di percepire una crisi ipo o iper glicemica, consentendo alla persona diabetica di scongiurare tutti i pericolosissimi rischi connessi. In questo caso, infatti, il cane è addestrato ad aiutare la persona diabetica anche nel caso sia impossibilitata a muoversi, ad esempio premendo il tasto del 118, aprendo la porta a eventuali soccorsi, prendendo e consegnando alimenti o bevande ad alto contenuto di zuccheri. Si tratta di cani operativi giorno e notte e in grado di operare anche al fianco di neonati”.
Un’assistenza a 360°, insomma, in grado di salvare veramente le vite umane. “Per questo – ha concluso Paolo Incontri – tutti i nostri sforzi sono volti a sensibilizzare il mondo medico e le istituzioni a riconoscere e sostenere la nostra associazione e a favorire l’impiego dei cani in questo delicato settore”.

Marco Galice