“Piazza 048”, in memoria delle troppe vittime del cancro

CIVITAVECCHIA – Sta arrivando il tanto atteso sussulto? Forse è ancora presto per dirlo ma non c’è dubbio che le recenti scomparse di Pino Ibelli e Vanda Schiavi, che ci hanno lasciato a distanza di pochi giorni entrambi dopo aver lottato contro un tumore, hanno decisamente scosso la città, non solo per la stima di cui entrambi godevano tra tantissimi concittadini, ma soprattutto perché avevano deciso con grande coraggio di condividere la loro battaglia pubblicamente attraverso la pagina personale di Facebook. E per mesi, con determinazione ma anche tanta autoironia, hanno documentato gli amici sul loro stato di salute, sulle cure seguite, senza nascondere né la loro sofferenza né i pesanti segni delle terapie; ma mai con vittimismo o spirito di compatimento. E la loro morte, in questo senso, oltre al dolore ha lasciato in tutti la sensazione drammatica e impotente di una battaglia persa da ciascuno di noi. Pino e Vanda… due nomi che in realtà ne rappresentano centinaia, se non migliaia; tanti sono coloro che in questi anni ci hanno lasciato a causa del cancro. Perché non esiste famiglia a Civitavecchia che non abbia avuto almeno un parente scomparso prematuramente per un tumore. E gli occhi di tanti, di fronte a queste ultime due recentissime morti, sono andati immediatamente e spontaneamente in alto, a scrutare quel cielo inquietante e a tratti mortifero che, anche quando splende il sole, sembra che incomba su di noi come una cappa dai funerei presagi; un cielo che, lo sappiamo tutti, è maledettamente inquinato. Le colonne di fumo che si alzano dai camini di Torre Valdaliga Nord e Torre Valdaliga Sud, oltre che dai comignoli delle tante navi da crociera ormeggiate in porto, sono sotto gli occhi di tutti. Soltanto gli armatori, Enel e Tirreno Power si ostinano a dire che non inquinano. L’Enel, ripetutamente, lo afferma in modo tra l’irriverente e il provocatorio, parlando di innocuo vapore acqueo. Cosa è accaduto in questi anni di mattanza, di fronte a continue morti per tumori a Civitavecchia e nel territorio? Chiacchiere, tantissime chiacchiere. Nel mentre, una centrale a olio combustibile convertita a carbone dopo che il Sindaco Alessio De Sio aveva minacciato di incatenarsi ai cancelli della centrale, salvo poi votare con una maggioranza trasversale da destra a sinistra a favore della riconversione; Osservatori ambientali finanziati dall’Enel il cui operato è per lo più ignoto ai cittadini; depositi di sostanze tossiche abbandonati all’aria aperta nell’area della centrale o rinvenuti nelle vicinanze del Porto; un’Autorizzazione Integrata Ambientale per Tvn varata dall’ultima Giunta Tidei che in sostanza incrementa le ore annue di esercizio della centrale; display informativi disseminati per la città che indicano quasi costantemente una “qualità dell’aria buona” a Civitavecchia. Mentre nel frattempo la gente muore.
Il dolore di questi giorni, dopo la scomparsa di Pino e Vanda, si è trasformato tra molti in indignazione. Nello strumento di comunicazione ormai più immediato e utilizzato, Facebook, è nato quindi un gruppo denominato “Piazza 048”. Una cifra, per l’appunto 048, che indica il codice medico identificativo delle patologie tumorali. “Il gruppo – si legge nella pagina ufficiale di Facebook – si propone di far intitolare la Marina a tutti coloro che stanno combattendo la loro battaglia contro il cancro e a tutti coloro che questa battaglia l’hanno persa. Ci auguriamo che ‘piazza 048’ sia contemporaneamente un tributo al coraggio di chi lotta o ha lottato e un monito alla popolazione affinché prenda coscienza delle decisioni scellerate che negli anni ci hanno condotto ad essere al vertice delle statistiche fra città con il più alto numero di incidenza per le patologie tumorali”.
Un gesto puramente simbolico, ovviamente, che non può certo contrastare l’inquinamento di Civitavecchia ma che può tuttavia avviare un risveglio perenne delle coscienze e l’avvio di una vera battaglia popolare, capace di scuotere politici, istituzioni e magistratura, per provare a mettere fine a questa drammatica mattanza. Perché le alternative, a questo punto, sono soltanto due: alzare la testa o aspettare inermi il prossimo morto da piangere.

Marco Galice