ROMA – Non solo sfruttamento e vessazione. Il mondo della prostituzione sta assumendo negli ultimi anni anche nuove connotazioni, laddove la vendita del proprio corpo si manifesta come una libera e consapevole scelta individuale, indotta da una società sempre più votata al consumismo e ad una percezione del sesso che, giusta o sbagliata che si possa ritenere, sta drasticamente cambiando, soprattutto tra le nuove generazioni. Lo dimostra il numero crescente di giovani escort, ragazze maggiorenni ma comunque poco più che ventenni, spesso studentesse, dei cui annunci i siti specializzati in incontri sono sempre più prolifici. Giovani ragazze italiane che, desiderose di una propria indipendenza e di una propria disponibilità economica, vedono nella prostituzione la soluzione migliore rispetto ad un normale e quotidiano lavoro. E’ il caso di Serena, nome d’arte di una 23enne campana che vive a Roma dove studia in una facoltà scientifica, la quale ha accettato di raccontare la sua storia.
All’apparenza, al momento del nostro incontro in un bar nel centro della Capitale, e che precede di circa un’ora quello con un cliente, tutto si direbbe tranne che si tratta di una escort. Bel fisico, ma certo non da modella, nessun trucco vistoso, nessun abbigliamento succinto. Un viso acqua e sapone e l’apparenza di una studentessa qualunque come tantissime se ne potrebbero incontrare in un’aula universitaria. Insomma, una ragazza assolutamente come tante ma, ci spiega, è proprio questo che a quanto pare attira molto i clienti.
Quando e come è cominciata la tua attività di escort?
“Circa un anno e mezzo fa. Ero single, mi capitava di avere incontri occasionali con ragazzi conosciuti in chat o in discoteca. Mi sono detta a un certo punto che potevo unire l’utile al dilettevole, divertirmi con il sesso e allo stesso tempo guadagnarci. Così ho provato a mettere un annuncio in un sito di incontri e sono rimasta quasi incredula dal numero di persone che mi hanno contattata”.
Incontri molti clienti quindi?
“Assolutamente no, non vado con chiunque. Sono molto selettiva. Il primo contatto è sempre via email e questo consente già subito di fare selezione, perché anche da poche parole capisci se hai a che fare con persone serie o con maleducati e perversi. Incontro soltanto uomini di cui sento di potermi fidare. Questo significa uno o due incontri a settimana. Nei periodi in cui sono sotto esame poi solitamente mi dedico solo allo studio”.
Però sono comunque incontri al buio, il rischio c’è sempre. O no?
“Prima di incontrare un cliente ci vediamo sempre per un caffè. Così ho modo di vederlo prima di persona e capire chi ho davanti. Finora non ho mai avuto brutte sorprese e non mi sono mai capitate situazioni spiacevoli”.
Com’è il tuo cliente tipo?
“Solitamente ha dai 35 ai 45 anni, sposato, con un lavoro normale. Mi è capitato anche di incontrare persone più mature, una volta anche un signore di 60 anni. Oltre questa età sinceramente evito di incontrare, anche se più un cliente è maturo e più solitamente è educato e pulito, ed è questo ciò che maggiormente conta per me”.
E se capita di incontrare un uomo davvero poco attraente? Hai detto tu stessa di unire comunque l’utile al dilettevole.
“Finora non mi è mai capitato di incontrare persone veramente brutte. Diciamo che mi è andata bene, anzi in qualche occasione anche benissimo”.
Dove si svolgono gli incontri e qual è la tua tariffa?
“Incontro i clienti nella stanza di un Bed and breakfast qui vicino. Chiedo 150 euro per un incontro di un’ora”.
Non ti spaventa il rischio di malattie, facendo sesso con sconosciuti?
“Non sono una incosciente. Pratico soltanto rapporti protetti, anche orali. Non esiste nel modo più assoluto che possa fare sesso senza protezione. Anche quando mi è stato proposto, in cambio di compensi molto più alti, ho sempre rifiutato senza indugi”.
Quanto ricavi all’incirca in un mese dalla tua attività di escort?
“La cifra può variare, comunque mediamente sui 1000 euro. Come vedi si tratta di cifre molto modeste per chi fa questo mestiere. Se lo facessi a tempo pieno e con qualche rischio in più, come tante altre ragazze, potrei guadagnare anche 10.000 euro al mese. Ma non è questo che mi interessa. La mia famiglia mi mantiene gli studi qui a Roma, in questo modo io posso contribuire e concedermi qualche sfizio e qualche divertimento, ma la mia non è certo una vita di lusso. Semplicemente ho qualcosa in più per me faticando molto meno. Se lavorassi normalmente, anche part time, magari in un pub o in un negozio come fanno tante studentesse, avrei molto meno tempo a disposizione per studiare, faticherei il triplo e guadagnerei in una settimana quello che così guadagno in un’ora. Divertendomi sicuramente molto di meno. Sinceramente non ci vedo nulla di male”.
Un’ultima domanda: sei fidanzata?
“Sì, ma il mio ragazzo vive in un’altra città e ovviamente non sa nulla”.
Marco Galice