CIVITAVECCHIA – La deputata del Pd, Marietta Tidei, ha inviato una lettera ai sindaci della provincia di Roma per proporre di intitolare una scuola in ogni cittadina al piccolo Alan, il bambino profugo di Kobane morto sulla spiaggia di Bodrum. Di seguito il testo della lettera.
“Egregi sindaci,
il tema dell’immigrazione è ritornato prepotentemente all’ordine del giorno in tutta la sua drammaticità: migliaia di uomini, donne e bambini scappano dai loro territori d’origine e arrivano in Europa in cerca di una speranza. Speranza che si chiama vita perché i Paesi natii rappresentano, ognuno a suo modo, una trappola. Guerre, carestie, dittature: l’unico modo per sopravvivere è fuggire.
Traversate disperate in mare, interi Paesi attraversati a piedi: con ogni mezzo e in ogni modo i migranti cercano nell’Europa un’oasi di pace. Non possiamo voltare lo sguardo altrove. Non possiamo ignorare questo grido di dolore che si alza ogni giorno in modo sempre più drammatico.
C’è un’immagine che negli scorsi giorni ha scosso le coscienze di tutto il mondo: un bambino profugo siriano adagiato sulla spiaggia turca di Bodrum. Inerme, immobile, quella vita spezzata dal mare racchiude in sé tutta la sofferenza dei migranti e, allo stesso tempo, interroga tutti noi sulla nostra incapacità di salvare quella piccola vita, di essere in grado di rispondere, in modo coerente, al principio fondante del progetto europeo e a un valore per noi irrinunciabile: la solidarietà.
Difficile stabilire se sia stata quell’immagine a decretare il cambio di passo che l’Unione europea sta attuando in queste ore: certo è che di fronte a quella fotografia nulla può essere più come prima. Paesi come la Germania stanno intensificando gli sforzi per accogliere i profughi e il nuovo piano della Commissione europea per la ricollocazione dei migranti va nella direzione che l’Italia auspica da tempo: ogni Paese è chiamato ad accogliere i migranti per evitare squilibri che vanno a gravare solo su alcuni Stati.
C’è un modo, semplice ma efficace, per onorare la memoria del piccolo Alan, il bambino di Kobane: ricordarlo. Attraverso il ricordo possiamo veicolare tutti quei messaggi che quel bambino ha rappresentato. Vi propongo, quindi, di intitolare ad Alan una scuola della vostra cittadina. E’ nella scuola che si forma il Paese del domani. E’ lì che i nostri figli, i nostri nipoti, apprendono l’abc della vita. Questa iniziativa contribuirebbe a diffondere quella coscienza civile e democratica che vede nell’immigrazione una risorsa e non uno spauracchio, un’opportunità di crescita e non un pericolo. Certo della vostra sensibilità rimango fiduciosa sull’accoglimento di questa proposta”.