Restyling di lungoporto Gramsci: “Un’altra opera poco trasparente”

lungoporto gramsciCIVITAVECCHIA – Torna a scatenare polemiche la questione dei lavori pubblici. A intervenire, ancora una volta, è Marietta Tidei, che accusa gli Assessori competenti di non trasparenza riguardo i costi e le modalità di realizzazione delle opere. Il caso sul quale oggi si discute è la realizzazione del nuovo Lungoporto Gramsci. Ciò che lascia perplessa la consigliera è, innanzitutto, la modalità nella scelta del progetto da realizzare.
“Sarebbe bastato un concorso di idee o un bando di gara regolare – spiega il consigliere comunale del Pd – ma si è deciso di scegliere la via dell’appalto integrato. Perché? Il progettista di quest’opera è l’architetto Mencarelli dello Studio M&M Consulting, lo stesso gruppo di professionisti che ha vinto gare per progettazioni e direzioni lavori per diverse centinaia di migliaia di euro. Chi lo ha scelto come tecnico per il progetto esecutivo? L’impresa che ha vinto la gara di appalto, ovviamente”.
Infatti, per gli appalti integrati di lavoro pubblico su un’area di interesse storico artistico, sulla base di un progetto redatto da un architetto qualificato, generalmente facente parte dell’Ufficio tecnico del Comune, le imprese private possono presentarsi alla gara con le loro offerte e, qualora vincitrici, hanno la facoltà di scegliere il proprio progettista. Ciò avvenne nel 2006, quando la Delibera di Giunta n.36 approvò un progetto preliminare dell’architetto Correnti, col quale fu possibile accedere ai finanziamenti della Regione per lavori nel centro storico cittadino, quantificati in 600 mila euro.
“E poi? Nel 2007 cambia la Giunta – prosegue la Tidei – e magicamente cambia anche il progetto! Il 13 dicembre, l’Assessore Zappacosta relaziona sul vecchio progetto dicendo che mancano alcune voci nel quadro economico e che è necessario integrarlo con atto di Giunta. In realtà si stava mettendo mano non solo al quadro economico, ma anche al progetto stesso, ampliandolo fino all’ingresso del porto”.
Da qui la polemica del consigliere Tidei si allarga non solo alle modalità di selezione, ma al progetto stesso, che arrivò a raggiungere, con la Delibera n. 249, la somma di un milione e mezzo di euro, tanto da dover essere diviso in due gare diverse e di dover essere assegnato tramite procedura negoziata.
“Il 30 marzo 2009 – spiega – il nuovo Dirigente ing. Iorio comunica che il primo stralcio verrà assegnato tramite procedura di appalto integrato, mentre il secondo sarebbe stato assegnato tramite procedura negoziata poiché consistente in lavori sotto la soglia comunitaria, consentendo ancora una volta di invitare i soliti noti senza rispettare la legge, che vieta assolutamente il frazionamento dei lavori, adducendo la scusa che era stato ottenuto un finanziamento di 600 mila euro e che quindi si poteva procedere con due gare distinte. Basta fare un salto nel recente passato per scoprire che il nuovo progetto venne redatto da un gruppo di lavoro cui faceva capo l’allora Dirigente ai Lavori Pubblici: l’architetto Mencarelli, che di questo progetto era anche Responsabile del Procedimento”.
Facendo un riassunto di quanto sostiene Marietta Tidei, dunque, il progetto, preliminare e poi definitivo sarebbe stato approvato con Delibera n. 105 del 2008, perché Mencarelli era Dirigente ai Lavori Pubblici e Responsabile del progetto stesso. Dopodiché, a un mese dalle sue dimissioni dalla Dirigenza, la gara veniva vinta dalla ditta Pastori che lo aveva scelto come progettista. La vicenda risulta, in effetti, poco trasparente e presta indubbiamente il fianco a qualche ragionevole dubbio sulla possibilità di tali coincidenze.