“Respirare con lentezza”

CIVITAVECCHIA – Respirare con lentezza è il consiglio da dare ai civitavecchiesi nell’attesa che si realizzi quell’abbattimento del tasso di inquinamento ambientale che l’attuale amministrazione comunale ha posto come obiettivo essenziale della sua gestione.
Si dica come stanno le cose. Tutti sanno che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, che misure radicali in una località come la nostra ancora affetta da tanti problemi irrisolti – di cui la disoccupazione dilagante è l’aspetto certamente più grave e deprimente – non si possono prendere. Ma scelte coraggiose e coerenti che possano quanto meno avviare a soluzione i problemi locali sono sicuramente possibili se vengono strettamente raccordate al problema occupazionale, che rappresenta la vera emergenza sociale. E per dipanare la matassa intricata del nostro vivere insieme, di cui la condizione ambientale è un aspetto niente affatto secondario, occorre considerare che è solo per inveterata convenzione che si continuano a considerare distintamente numerosi problemi che nella realtà delle cose sono invece intimamente congiunti. E spesso non si risolvono in quanto purtroppo si continuano ad affrontare separatamente.
Per cui, tornando all’inquinamento, fenomeno tanto più preoccupante in quanto impatta su un territorio comunale di dimensioni veramente ridotte, peraltro sovraccarico di infrastrutture ed impianti, per abbatterlo appare opportuno adottare delle linee d’intervento strettamente integrate.
Circa le centrali, se si punta in prospettiva ad una loro dismissione, coerenza vuole che si pretenda non altro che il rigoroso rispetto dei parametri di funzionamento – senza più nuvole gialle che gravino sulla città – la realizzazione delle opere compensative, l’impianto di attività manifatturiere non inquinanti. Il che non è poco.
E’ invece proprio sul complesso delle attività economiche situate in zona industriale che s’impone a nostro avviso la stesura di un piano per l’innovazione, la crescita e l’occupazione che faciliti anche il controllo del rispetto delle norme ambientali. Tali imprese devono diventare l’ossatura di un tessuto economico alternativo, capace di stimolare gli ulteriori investimenti di cui l’area abbisogna. Si tratta di far decollare quel “retroporto” sinora conosciuto più che altro come oggetto privilegiato di tanti convegni, e di creare quindi nuova occupazione, stabile e di qualità. E ciò può avvenire a patto che si incida in positivo e con metodo sul degrado della zona industriale, sulla viabilità, sulla telematica; e perseguendo gli obiettivi della sicurezza pubblica, dell’ottimale funzionamento dello sportello unico all’insegna della trasparenza e della correttezza, accordando opportune agevolazione fiscali, eliminando i possibili condizionamenti della malavita.
Per contenere gli effetti nocivi del fumo delle navi, alternando dissuasione e incentivazione è possibile indurre gli armatori a utilizzare a costi abbordabili combustibili meno inquinanti, realizzare l’elettrificazione delle banchine e potenziare il ricorso all’energia alternativa. Anche in questo caso l’impulso del Comune deve farsi maggiormente sentire. Mentre, per contrastare la congestione della circolazione urbana, urge un piano del traffico, l’allestimento di altri parcheggi e ZTL, il ricorso a veicoli ibridi, incentivare la circolazione ciclopedonale. Peraltro, agevolando la mobilità interna si rende un servizio anche al turista, facilitandone la penetrazione in tutte le zone dell’abitato che vengono così vivificate dalla sua presenza.

Mauro Campidonico Francesco Castriota Giuseppe Fresi – Coordinamento del Polo Civico