CIVITAVECCHIA – Qualcuno ricorda le “Politiche Integrate per il territorio”? Ormai assistiamo sempre più spesso alla trafila di crisi intestine che interessano numerosi campi della vita sociale. Un virus che sta investendo sempre più spesso campi fondamentali quali lo sviluppo, l’occupazione, le Politiche Sociali per le fasce più deboli e tanti altri. Simili tematiche richiamano in primo piano il ruolo delle istituzioni e degli enti locali, nonché della politica in favore della comunità. E il concetto di “comunità”, quella dei cittadini e dei lavoratori, non può e non deve essere scollegato da quello di Integrazione o Cooperazione. Sotto questo profilo, il Comune di Civitavecchia si trova a ricoprire il ruolo di capofila delle amministrazioni del territorio e, nonostante la distanza che mi separa dagli attuali inquilini del Pincio, si sta facendo promotore di iniziative pubbliche, importanti, per portare di nuovo in auge il primato della “Politica Integrata” fatta dalle istituzioni per programmare lo sviluppo del futuro su piani a lungo periodo, che guardino soprattutto alle esigenze dei giovani. Un esempio palese di Cooperazione ed Integrazione programmatica lo possiamo rilevare nelle tematiche ambientali. Si guardi all’Osservatorio Ambientale, che vede impegnati tutti i Comuni del
comprensorio sulla creazione di un fronte unito e compatto verso la tutela della salute pubblica. Oppure i numerosi tavoli programmatici svolti per discutere sulle prospettive legate ai grandi bacini di sviluppo territoriale quali il Porto o l’Enel. Soltanto il rispolvero della “Politica Integrata”, concreta e sostanziale, può portare i benefici tanto attesi da un territorio che non vede troppo lontana la crisi globale che sta riguardando svariati settori economici e produttivi. Lo scollamento e la dimenticanza della “Politica Integrata” da parte di vari comuni sta portando ad esempio alla
incomprensibile presa di posizione del Comune di Tarquinia, o meglio dell’Agraria, di vietare la raccolta dei funghi in una porzione di territorio sotto la sua giurisdizione. Un serio danno tanto per gli appassionati quanto per chi esercita quell’attività sotto il profilo professionale ed imprenditoriale. Una decisione che se pur fatta negli interessi dei propri cittadini è, secondo me, un errore degli amministratori tarquiniesi in una logica di politica del territorio. Come è un errore il sostenere, da parte degli abitanti dei paesi collinari del comprensorio, il fatto che il proprio territorio non possa essere zona di caccia da parte delle “doppiette” di altri comuni.
“Politica Integrata” vuol dire riunire le forze e le volontà politiche ed istituzionali per sfruttare al meglio, ed in favore della comunità le potenzialità che questo comprensorio può portare in termini di ricchezza e sviluppo sociale. L’irragionevolezza che secondo me risiede in certe prese di posizione concretizza esattamente il modo di operare della retroguardia, voltata all’indietro ad ignorare il futuro. L’auspicio è che la “Politica Integrata” possa nuovamente tornare ad essere la linea guida per le decisioni degli enti locali del territorio, che devono avere a cuore le sorti occupazionali e sociali di un territorio che può dare tanto alla sua Comunità. Il resto dovranno farlo i cittadini ma con maggiore senso civico rispetto ad oggi.
Alessio Gatti – Consigliere comunale Gruppo Misto