“Per chiudere il ciclo dei rifiuti serve una strategia”

CIVITAVECCHIA – Dai Verdi Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:

“Leggiamo con preoccupazione le posizioni di alcuni sindaci del territorio che vorrebbero chiudere il ciclo dei rifiuti con un TMB e altre discariche in loco. Non siamo di quest’idea e siamo contenti che almeno il Sindaco di Tarquinia, Sandro Giulivi, manifesti posizioni in linea con direttive europee sui rifiuti che equiparano discariche agli inceneritori, e con l’innovazione sul tema che auspichiamo. Quello che rileviamo, ancora una volta, è la mancanza di una strategia a lungo termine, sacrificata, ci sembra, a scelte di comodo, poco
lungimiranti e ormai fuori dalla storia e dai percorsi virtuosi.
Spieghiamo meglio. Normative Europee (GUEE 14.06.2018), le linee guida dell’economia circolare e rapporti di associazioni di categoria come Fise Ambiente indicano da tempo la necessità di aumentare la capacità della raccolta differenziata diminuendo drasticamente il ricorso a discariche e impianti di combustione (il TMB è un impianto di combustione che richiede una energia enorme per funzionare in modo ‘pulito’). In particolare gli obiettivi di riciclaggio previsti dall’Unione Europea, sono:
– rifiuti urbani: entro il 2025 almeno il 55%, entro il 2030 il 60% ed entro il 2035 il 65%;
– discariche: fino a un massimo del 10% entro il 2035 (in diminuzione);
– riciclaggio imballaggi: 65% degli imballaggi entro il 2025 e il 70% entro il 2030;
– rifiuti tessili e i rifiuti pericolosi delle famiglie: dovranno essere raccolti separatamente dal 2025;
– rifiuti biodegradabili: entro il 2024 dovranno anche essere raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio;
Il comprensorio sta adottando da tempo la raccolta porta a porta e il livello di differenziata rispetto alla frazione indifferenziata (da trattare con impianti TMB o inceneritori e discariche) si va riducendo.
Al momento i dati indicano che siamo in un rapporto di 2/3 a un 1/3, ovvero circa il 30% dei rifiuti sarebbe da destinare agli impianti e ai modelli di smaltimento che alcuni sindaci del comprensorio, incluso quello di Civitavecchia, vorrebbero intraprendere.
Se è vero, come si legge dalle dichiarazioni, che questi impianto non dovrebbero trattare i rifiuti di Roma, allora ci chiediamo come mai si vada ad investire proprio su una frazione che è già inferiore e che lo sarà sempre più in futuro, rispetto alle possibilità di fare impresa pubblica sulla filiera vera dell’economia circolare, ovvero su: rigenerazione, riciclo, riuso della carta, della plastica, dei metalli, della frazione organica tramite impianti di compostaggio?
Gli obiettivi dell’Europa sono chiari e perseguendoli si creerebbero enormi opportunità con accesso a fondi di investimento. Invece qui andiamo nella direzione contraria. Ostinatamente.
È evidente che sul tema non solo non ci sia competenza, ma, cosa più grave, manchi una visione prospettica e strategica di lungo periodo, e ci si sia arroccati su un progetto inutile, tardivo, vecchio, altamente inquinante, non risolutivo e oltretutto economicamente fallimentare a lungo termine. A meno che non si voglia bruciare i rifiuti di Roma. Allora li cosa cambia, allora saremmo di fronte a una vera tragedia, ma vogliamo credere alle dichiarazioni contrarie in tal senso, anche se la storia insegna di mantenere un sano scetticismo.
Se si vuole rilanciare l’economia del territorio, in modo sostenibile, dovremmo evitare di introdurre ulteriori impianti di combustione e discariche in cui seppellire i rifiuti di quelli e delle frazioni speciali, creando fosse che alla lunga possono inquinare falde acquifere e terreni agricoli, dobbiamo invece investire in percorsi di rigenerazione delle materie per destinarle alla loro re-immissione nel circuito produttivo.
Abbiamo il vantaggio di avere un’area logistica e un porto su cui tali merci potrebbero viaggiare, creando, questo sì un progetto sostenibile, innovativo e che faccia veramente sistema, rilanciandole, con le infrastrutture esistenti.
Per realizzare il principio che ciascuna comunità tratti i propri rifiuti nel proprio territorio ai sindaci ci sentiamo di dire: aprite questo tavolo alle competenze, che ci sono, e non arroccatevi su interessi di comodo”.

Verdi Civitavecchia