Nunzi: “Spegniamo la città per protesta”

CIVITAVECCHIA – Dal portavoce del movimento civico “Meno poltrone più panchine”, Tullio Nunzi, riceviamo e pubblichiamo:

“Rincari gas, benzina, elettricità, situazione dei consumi ridotti per il covid, pil in revisione stanno mettendo in ginocchio le pmi del commercio e del turismo.
Basta leggere le interviste dei vari commercianti per comprendere la disperazione delle varie aziende: a livello nazionale sono a rischio più di 700 mila imprese.
Mentre si avviano tavoli per il lavoro, dove ovviamente non è presente il terziario, mentre incentivi ristori per il porto arrivano e permettono una strategia da parte di presidenti competenti, come il presidente Musolino, per il commercio la situazione si fa sempre più complicata, con la sensazione di lavorare sempre “contro”.
Outlet, mercato, deposito fiscale, hanno visto una totale carenza di attenzione, anche da parte di chi ai commercianti dovrebbe dare voce.
Si sono visti sorgere associazione come Luci spente (outlet), il Centro del buongusto (protesta ristoratori), mercatali, (mercato piazza Calamatta); tralascio la totale assenza del terziario nel progetto di decarbonizzazione e sulla centrale a gas, dove si sono evidenziati gli interventi e le proposte di industriali e artigiani.
Nessuno ha mai proposto concretamente la strategia di uno sviluppo turistico alternativo a quello energetico.
Nonostante ci siano dei segnali che andrebbero inseriti all’interno di una strategia: vedi la nuova attività promozionale del museo, il progetto etruscky, una serie di convegni sul territorio. Nonostante i numeri del prodotto interno lordo, e dell‘occupazione diano al terziario una posto e preminente.
Certo ci sono state proposte di fermate di autobus turistici nel centro, ma mai dico mai la proposta di un progetto strategico di sviluppo della città ,una strategia per questo territorio, che ha i fondamentali per uno sviluppo turistico. Basso cabotaggio tattico, ma carenza di proposte strutturali.
Una serie continua di bla bla bla, senza un concreto supporto strategico per il medio e lungo termine.
Civitavecchia spesso ha l‘attenzione della stampa nazionale per il proprio porto:
Dobbiamo far comprendere che oltre al porto esistono attività, un vero microcapitalismo cellulare, che è l’elemento portante dell’economia di questa città, e che rischia l’estinzione.
Se a ciò si aggiunge la decisione di un mega digestore per 120 mila tonnellate, la già lontana idea di uno sviluppo turistico va a farsi benedire: se poi si aggiunge anche una centrale a gas, etc etc dovremmo limitarci a mettere una pietra tombale su ipotesi di sviluppo alternativi.
Io credo che sia necessario proporre un protesta alternativa o in aggiunta alla raccolta di firme; una proposta, un patto tra imprese e città, tra commercianti e cittadini che dia la sensazione di una vera comunità e di un territorio coeso.
Spegniamo questa città almeno per un giorno, spegniamo insegne luci di casa, aziende, monumenti, per un ora, per attirare l’attenzione di tutti su problemi che sono trasversali a comparti e società. Ripeto diamo la sensazione di una comunità e territorio, che chiedono di decidere il proprio futuro.
Se poi anche una semplice forma di protesta come questa non sarà recepita, rassegniamoci a diventare la pattumiera di Roma, e continuare a privilegiare una dipendenza fossile.
Spegniamo questa città come fossimo in guerra; e lo siamo contro il Covid contro il caro energia, contro la desertificazione del centro storico, o la scomparsa una identità commerciale, contro una idea di sviluppo che da 70 anni ha fatto di questo territorio un territorio martoriato, una città olocausta”.

Tullio Nunzi – Meno poltrone più panchine