CIVITAVECCHIA – Informare dettagliatamente i cittadini di Civitavecchia sulla privatizzazione della “Holding Civitavecchia Servizi”. E’ l’obiettivo che si dà l’opposizione consiliare dopo la rottura consumatasi lunedì tra sindacati e Sindaco il quale, secondo la minoranza, in ogni sua dichiarazione pubblica sull’argomento non fornirebbe un quadro non rispondente alla realtà. E la minoranza ne spiega le ragioni. In primo luogo, sostengono, è falso asserire che la privatizzazione dei servizi pubblici è un obbligo di legge. “Dalla lettura del vigente art. 23-bis del D.L. 112/2008 – scrivono in una nota unitaria i consiglieri – si rileva chiaramente che la cessione ai privati di una quota (nel nostro caso addirittura maggioritaria) delle società pubbliche rappresenta solo una delle possibilità a disposizione degli Enti Locali per la gestione dei servizi pubblici (trasporti, rifiuti, ecc.), percorribile solo dopo un’accurata valutazione. Allo stesso modo, non esiste la scadenza del 31 dicembre 2010, indicata da Moscherini quale termine entro il quale procedere alla svendita del 60% della Holding ai privati. La scadenza è, semmai, il 31 dicembre 2011 e, come detto, non è un obbligo di legge, ma una possibilità. Senza contare che, in ogni caso, la legge prevede la cessione di un minimo del 40%, proprio per consentire ai Comuni di mantenere un controllo effettivo, attraverso la conservazione di una quota maggioritaria (fosse anche del 51%), sui servizi che in precedenza gestivano direttamente”.
Per tali, secondo l’opposizione”è grave che il sindaco faccia propaganda attraverso una distorsione della verità ed è ancora più grave, che questi elementi, soprattutto la falsa scadenza del 31 dicembre 2010, siano stati artatamente insinuati nella delibera 71 del 2 agosto scorso. Rimane da chiarire cosa abbia indotto il sindaco a creare la falsa emergenza portando prima in Giunta e poi in Consiglio la famosa delibera in soli 6 giorni (fine settimana compreso) tra la fine di luglio e i primi d’agosto, ma questa è cosa che sarà approfondita nelle sedi competenti. Ciò che risulta davvero rilevante è che non c’è alcuna fretta di procedere con la vendita ai privati. La pensa così persino il Governo Berlusconi che, proprio mentre il sindaco si affannava a raccattare quattordici voti in Consiglio Comunale per svendere la Holding, predisponeva il Regolamento per la gestione dei servizi pubblici locali”.
Il 12 ottobre il Regolamento (Dpr 168/2010) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e indica il percorso, questo sì obbligatorio, per i Comuni nella scelta della forma di gestione dei servizi.
“Quindi – proseguono i consiglieri di minoranza – perseverare sulla strada indicata dal sindaco con la delibera 71, lungi dal rappresentare un obbligo di legge, collocherebbe il Comune di Civitavecchia automaticamente fuori legge. Nel Consiglio del 2 agosto abbiamo ritenuto inaccettabile che attraverso una delibera ‘balneare’, senza alcuna condivisione con la cittadinanza e con le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori interessati, si prendesse una decisione così importante, come quella che riguarda la gestione di servizi che influiscono sulla vita quotidiana della collettività. Oggi ne siamo ancora più convinti”.
Per questo già il 5 ottobre scorso hanno presentato una richiesta di convocazione di Consiglio Comunale con all’ordine del giorno il necessario approfondimento sulla gestione dei servizi pubblici locali e la decisione di revocare la delibera 71 per avviare un percorso condiviso con la cittadinanza e i lavoratori del settore, secondo i tempi e i modi indicati nel nuovo Regolamento.
“È chiaro – conclude l’opposizione – che oggi lo scenario delineatosi ci impone di dare il nostro contributo per tentare di trovare una soluzione che sia la migliore per Civitavecchia. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario che la città sia informata e coinvolta nella scelta e, nell’immediato, che tutti i Consiglieri Comunali si assumano le proprie responsabilità votando la revoca della delibera 71”.