Dimensionamento scolastico: il gruppo del Pd chiede un rinvio della legge

scuola GaliceCIVITAVECCHIA – Posticipare la data di entrata in vigore del dimensionamento scolastico. E’ quanto chiede il gruppo consigliare del Pd (Marco Piendibene, Roberto Cosimi, Mauro Guerrini, Nicola Porro e Marietta Tidei) attraverso una mozione presentata oggi in cui si vuole impegnare il Sindaco Moscherini e la Giunta di Civitavecchia ad intervenire presso la Regione Lazio “affinché si attivi presso il Governo nazionale per far sì che il termine previsto dalla Legge 111 del 15 luglio 2011 venga prorogato all’anno scolastico 2013–2014 e si stabiliscano deroghe ai criteri meramente numerici previsti dalla Legge stessa”. La legge 111 del 15 luglio 2011 fissa infatti nuovi parametri per la riorganizzazione della rete scolastica e, secondo il comma 4 dell’art. 19 della suddetta Legge, stabilisce che tale riorganizzazione debba decorrere dall’Anno Scolastico 2011–2012. Ma una nota del 13 luglio 2011 del Direttore Generale per il Personale Scolastico del Dipartimento Istruzione del Miur esprimeva perplessità circa le aggregazioni in istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado “in quanto la norma va ad incidere sulla sfera delle attribuzioni delle Regioni alle quali è riservata la competenza esclusiva in materia di dimensionamento della rete scolastica”, come rileva in premessa la mozione. La Giunta Regionale del Lazio inoltre, con delibera di giunta n. 377 del 2 settembre 2011, ha emanato l’atto di indirizzo sulla Programmazione della Rete scolastica che recepisce quanto stabilito dalla legge n. 111 del 15 luglio 2011. “Le scuole di Civitavecchia – secondo la premessa della mozione – hanno quindi inviato richiesta di rinvio dell’applicazione della legge 111/2011 alla Presidente della Regione Lazio, al Presidente della Provincia di Roma ed al Sindaco del Comune di Civitavecchia, motivando tale missiva con la contrarietà alla applicazione che non terrebbe conto del territorio comprensoriale in quanto l’obbligo di istituire scuole verticalizzate distanti tra loro renderebbe impossibile attuare la continuità didattica, comporterebbe la difficoltà di esplicare una efficace offerta formativa ed avrebbe, come diretta conseguenza, una perdita sostanziale di personale docente ed ATA”. La mozione prende quindi il via da queste premesse e dalla considerazione che “le Regioni Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Liguria, Marche, Sicilia e Basilicata hanno già impugnato di fronte alla Corte Costituzionale per conflitto di competenza la Legge 111/2011 che dispone la cancellazione di tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado mediante il loro accorpamento in istituti comprensivi con almeno 1000 alunni e per le zone disagiate almeno 500 alunni”, oltre che dalla dichiarazione della propria contrarietà rispetto ai nuovi parametri dimensionali dell’Anci, tramite la commissione Istruzione Scuola, che ne ha chiesto il rinvio al nuovo anno scolastico. “La riorganizzazione degli istituti scolastici così come prevista dalla Legge 111/2011 prescinde da esigenze di natura didattica e funzionale – continua la mozione – e risponde esclusivamente ad una logica di risparmio economico e di ulteriori tagli di posti di lavoro”. “Al fine di formulare una seria proposta comprensiva delle reali esigenze dell’utenza e delle caratteristiche territoriali, – conclude il gruppo consigliare del Pd – debbono essere avviati confronti con i Dirigenti scolastici del territorio e piani partecipativi con gli attori scolastici e l’utenza. Le previsioni normative della suddetta Legge comporteranno aggregazioni incoerenti, sotto il profilo scolastico e territoriale, tra istituti scolastici”.