L’UNITUS inaugura la mostra “Medea Ritrovata fra la Cappadocia e la Tuscia con Pasolini e Maria Callas”

VITERBO – Il 9 maggio 2024 si inaugurerà presso l’Università degli Studi della Tuscia, nel Complesso di Santa Maria in Gradi a Viterbo, la Mostra Medea Ritrovata fra la Cappadocia e la Tuscia con Pasolini e Maria Callas promossa e realizzata dall’Università della Tuscia e dalla Missione UNITUS “Ricerche e restauro in Cappadocia” e sarà in corso fino al 6 settembre 2024.
La Mostra è ideata da Maria Andaloro ed è a cura di Maria Andaloro, Gaetano Alfano, Paola
Pogliani e Valeria Valentini.
La Mostra origina dall’esposizione “Parlami, Terra!” Medea in Cappadocia con Pasolini e Maria Callas (Göreme, Uçhisar, 10 settembre – 10 novembre 2022) ideata da Maria Andaloro e a cura di Maria Andaloro, Salvatore Schirmo e Gaetano Alfano, realizzata dalla Missione UNITUS “Ricerche e restauro in Cappadocia” con l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul in occasione del centenario di Pier Paolo Pasolini che girò proprio in Cappadocia il film Medea nel 1969. In 13 foto di Mario Tursi, il grande fotografo di scena di Medea, pubblicate in La Cappadocia di Pasolini: Visioni e riflessioni di un regista (Istanbul 2022), abbiamo con stupore scoperto che il paesaggio della scena non era quello della Cappadocia ma quello delle Cascatelle di Fosso Castello a Chia, il medesimo dove Pasolini nel 1964 aveva girato il Battesimo di Cristo ne Il Vangelo secondo Matteo.
Abbiamo raccolto nell’Archivio Mario Tursi (Archivio Enrico Appetito) 100 fotografie di questa scena girata a Chia e poi tagliata nel montaggio di Medea. Sulla base di queste 100, abbiamo riconosciuto il soggetto e ricostruito il suo svolgimento. Inaspettatamente, fra le figure tutte donne della scena, sempre morbide e in movenze leggiadre, impegnate in atti talora misteriosi “nel paesaggio più bello del mondo” (Pasolini 1966), si annida un sacrificio umano in onore della Luna.
Oggi, attraverso 100 foto di Mario Tursi è in mostra la scena inedita di Pasolini, qui ricostruita in un percorso che, prima, attraverso 13 foto in bianco e nero stampate in grande formato, ne rende i singoli momenti, poi, in un video ne ricostruisce il ritmo e, infine, attraverso 7 foto a colori ci comunica l’eco del palpito cromatico della scena perduta.
La Mostra comprende anche due sezioni dedicate l’una alla scena ricostruita e l’altra alla
Missione UNITUS “Ricerche e restauro in Cappadocia”.
Questa Mostra celebra Pasolini e il suo legame profondo con la Tuscia, il territorio e il suo
paesaggio