Com’è possibile che si sia sviluppato un focolaio all’interno dell’Ospedale?

CIVITAVECCHIA – Avevamo chiesto ieri di sapere la reale situazione dell’Ospedale di Civitavecchia in relazione al Covid-19. Oggi il Sindaco Ernesto Tedesco ha dichiarato che presso il reparto di medicina è in forte evoluzione un focolaio, un cluster. Come è possibile che si sia sviluppato un focolaio all’interno dell’ospedale? Evidentemente qualcosa non ha funzionato.Quando è scoppiato il caos sul nostro territorio avevamo già conoscenza di quanto stava accadendo al nord, ad esempio a Codogno. Non eravamo certo impreparati, sapevamo della diffusione del virus. Eppure degli 11 positivi di ieri a Civitavecchia 9 sono degenti del reparto di medicina. Il giorno prima di 4 positivi, 2 erano medici di cui 1 del reparto di medicina e 2 infermieri. Quando si è verificata la falla? Cosa è successo? Quanto tempo è passato dal momento del contagio a oggi che è stata diffusa la notizia? Per quanto tempo il personale medico, infermieri, portantini e tutti gli altri hanno lavorato a rischio contagio? In quanti sono contagiati ad oggi? Tutto il personale ha diritto a lavorare in sicurezza con i presidi medici necessari, mascherine, guanti e tutto il resto.

Oggi viene comunicato che domani verranno sottoposti a tampone, ci auguriamo non solo quelli del reparto di medicina ma tutto il personale dell’ospedale, nessuno escluso. Inoltre è importante sapere la data del primo contagio all’interno del presidio medico e se, quando ha iniziato a svilupparsi il focolaio, i cittadini avevano ancora accesso all’ospedale. Non vorremmo che magari si desse la colpa alla passeggiata in solitaria. Perchè mentre molti si sbattevano per chi continuava a fare la propria attività sportiva nel rispetto di tutte le regole poste dal Governo, i medici, infermieri e personale dell’ospedale venivano lasciati lavorare in una situazione di pericolo per loro e per gli altri. E’ inutile chiedere l’intervento dell’esercito nelle strade se poi chi è in prima linea in questa guerra è senza armi. Non vogliono essere chiamati eroi ma non facciamone dei martiri.

Roberta Piroli