Class action contro la Rai dopo l’oscuramento dei canali a Civitavecchia

televisoreCIVITAVECCHIA – Il Polo per l’Alternativa lancia una class action contro la Rai dopo l’oscuramento dei canali della rete nazionale nelle case di migliaia di civitavecchiesi in seguito allo spegnimento del ripetitore di Monte Paradiso. Decisione voluta proprio dal’azienda di viale Mazzini a cui ora il Polo per l’Alternativa vuole chiedere i danni per i disagi provocati ai cittadini.
Come noto, a partire da quest’oggi,
“Ci chiediamo – afferma in una nota stampa il neonato movimento politico – ma a che pro paghiamo un canone annuale se non possiamo usufruire di quello che è un servizio pubblico? Siamo di fronte ad un reato bello e buono commesso dalla Televisione pubblica nei confronti di tutti i civitavecchiesi (lasciando perdere anche la noncuranza dell’Amministrazione che nulla ha fatto affinché tutto questo accadesse) e non lo lasceremo cadere nel vuoto. Anzi sono molti i reati ipotizzabili, dall’abuso di potere alla truffa alla negazione del diritto all’informazione.
Ed è per questo che abbiamo deciso di ricorrere per vie legali utilizzando tutti i mezzi a disposizione per tutelare gli utenti, mezzi che, purtroppo, poche persone conoscono”.
La raccolta di firme promossa dal Polo per l’Alternativa sarà allegata ad una lettera inviata al ministro Corrado Passera, titolare del Dicastero dello Sviluppo economico, al dott. Roberto Sambuco, Direttore del Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico, al Presidente dell’Agenzia delle Comunicazioni Corrado Calabrò che vigila su tutte le comunicazioni (anche la Tv ovviamente) e al dott. Francesco Soro, Presidente del Corecom del Lazio (Comitato regionale per le comunicazioni organismo con competenza in tema di tentativo di conciliazione obbligatorio nell’ambito delle controversie tra organismi di telecomunicazioni e utenti).
Le firme saranno raccolte presso la propria sede di via Cialdi 15 a partire da domani pomeriggio, mercoledì 23 novembre, alle ore 16. “Siamo decisi ad andare in fondo – afferma Mirko Mecozzi -alla questione per una questione di principio, di legalità, di libertà e, soprattutto perché stanchi di subire vessazioni e abusi”.