‘A Gauche, Bartolini: ” Solidarietà ai lavoratori e sindacalisti aggrediti a Prato”

CIVITAVECCHIA – Da Lucia Bartolini, Laboratorio politico ‘A GAUCHE, riceviamo e pubblichiamo:
“In una surreale analogia con la più cupa delle atmosfere crudamente descritta dallo scrittore di noir Massimo Carlotto in uno dei suoi ultimi romanzi, si è consumato l’altra notte a Prato il drammatico salto di qualità nell’orrore delle moderne tecniche di sfruttamento.
Lavoratori e sindacalisti aggrediti a sprangate da cinque persone a volto coperto mentre erano in sciopero davanti a una fabbrica, con ammonimento finale “…la prossima volta vi spariamo”.
Purtroppo però non è la pagina di un romanzo che ci troviamo a raccontare, ma la più cruda realtà di quella che presumibilmente dovrebbe ancora essere una Repubblica democratica fondata sul Lavoro.
Nel 2024 si è di nuovo costretti a lottare per il diritto di lavorare 40 ore a settimana, invece che 12 ore al giorno sette giorni su sette con contratti irregolari. E si beccano le sprangate!
Se qualcuno non avesse ancora piena consapevolezza del salto indietro di più di cent’anni che ha di fatto cancellato tutte le conquiste del secolo scorso, l’organizzazione delle squadracce di picchiatori contro scioperanti e sindacalisti non consente più alibi di sorta, a nessuno, né alla politica né alle istituzioni: l’attuale organizzazione del LAVORO rappresenta il cuore trafitto di una Democrazia ridotta ormai al lumicino.
La precarietà eretta a sistema, dai licenziamenti con un sms al quotidiano bollettino di guerra che riporta dati raccapriccianti di morti e feriti impropriamente e irrispettosamente definiti “incidenti”, fornisce un quadro di deregolamentazione ormai consolidato, all’interno del quale si muovono ulteriori sacche di sfruttamento che l’ordine costituito finge di non vedere, di non conoscere, di non sapere.
Il bracciante morto con il braccio strappato, i lavoratori ripetutamente travolti sui binari delle Ferrovie, le lavoratrici schiacciate nei telai, i lavoratori schiacciati nei porti, gli anziani precipitati nei cantieri, sono la più esplicita e drammatica rappresentazione della barbarie dell’oggi, consumata in una sorta di spaventosa e generalizzata omertà.
La vertenza LAVORO, la rottura dei meccanismi di sfruttamento degenerati a livelli di delinquenza comune, costituisce la battaglia delle battaglie.
Il diritto a un salario adeguato, la Sicurezza sul Lavoro, la Giustizia Sociale, è ora che escano dagli stretti confini dei burocratismi di facciata o delle mere parole d’ordine, ridiventando patrimonio attivo e comune della sensibilità e solidarietà di quelli che sono gli unici veri protagonisti del meccanismo che fa girare il mondo: i LAVORATORI.
Oggi come ieri, contro lo sfruttamento, nel nome della piena attualità dei valori di dignità e giustizia del Movimento Operaio”