“In Regione qualcuno ci odia”

regione lazio (2)CIVITAVECCHIA – “A nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze del malato”. Più chiara di così la Corte di Cassazione non poteva essere. Con la sentenza  n° 8254 del 2 marzo 2011  il diritto alla salute sancito dalla Costituzione viene ribadito al di là di ogni ragionevole dubbio o ragionieristica interpretazione. Eppure c’è qualcuno in Regione che sembra preoccuparsi più di far quadrare i conti che della salute dei cittadini. Tagli lineari indiscriminati ed altrettanto indiscriminato blocco del turn-over di medici, ivi inclusi addirittura i Primari, ed infermieri, per citare solo alcuni provvedimenti, hanno messo in ginocchio la sanità laziale ed  in particolare la nostra Asl. A fronte di dieci medici od infermieri che cessano dal servizio si può chiedere la sostituzione  di uno solo con le inevitabili drammatiche conseguenze in termini assistenziali che ne derivano. E se ciò non bastasse, nessuna risposta viene data alle richieste di sostituzione neanche di quel solo operatore. Le stesse sostituzioni per gravidanza, che pure sono previste dalla legge, non vengono autorizzate a testimonianza della scarsa attenzione anche alle problematiche della famiglia. La nostra Asl, da sempre la più trascurata, soffre in modo particolare di questa situazione tanto che la stessa erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è messa in discussione come dichiarato dalla stessa dirigenza della Asl. A ciò si aggiunge la penalizzazione economica imposta dalla Regione ai medici della Asl Rm F e che la stessa Direzione aziendale ha riconosciuto penalizzante rispetto ai legittimi diritti acquisiti. Come se non bastasse, l’amministrazione regionale si dimostra platealmente inaffidabile non mantenendo gli impegni da lei stessa presi  con i medici che, su quegli impegni, avevano sospeso lo sciopero. Noi non sappiamo se questo faccia parte di un piano elaborato da qualche “ragioniere” della Regione per togliere ossigeno alla sanità pubblica, con un accanimento particolare verso la Asl  Rm F ed i suoi operatori, ma non accetteremo supinamente il degrado che questa logica ragioneristica, condannata dalla Cassazione, vorrebbe imporre alla professione medica. Siamo sicuri che esistono in Regione sensibilità diverse, più attente al rispetto dei diritti dei malati e degli operatori , ma evidentemente la loro, se pur autorevole, voce, non viene ascoltata. Non rimane allora, nell’assordante vuoto della politica, che ricorrere allo strumento dello sciopero a tutela di diritti dei pazienti e degli operatori sanitari e rivolgersi alla Magistratura denunciando, proprio sulla base della suddetta sentenza, la mancata erogazione di quei Lea che la legge stabilisce ma che chi ci governa non garantisce. Questo faremo noi come sindacato ed invitiamo tutti i cittadini a fare per difendere il proprio diritto alla salute .

Marco  Di  Gennaro – Delegato aziendale ANPO