SANTA MARINELLA –Inizia a farsi davvero spinoso il problema del Castello di S. Severa. L’iniziativa promossa per domenica 1 aprile dal Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, denominata “Porte aperte al Castello” e volta a fare chiarezza sul futuro dello storico maniero, ha infatti innescato una rovente polemica che sembra destinata ad infiammare sempre più il dibattito politico cittadino.
Proprio nella giornata di oggi, infatti, i cinque operatori del Museo civico di S. Marinella hanno scioperato tenendo chiuse le porte del museo come protesta per il loro incerto futuro occupazionale che, in una nota stampa inviata con il logo di “Città Nuove”, ricostruiscono così la loro situazione. “Siamo ex dipendenti della società Archeodromo s.r.l., rimasti senza lavoro dal 1 gennaio 2012. Il 31 dicembre sono arrivati i licenziamenti per noi 11 operatori, divisi tra mansioni museali (n.5) e giardinaggio, manutenzione e pulizia del borgo castellano e dell’area limitrofa(n.6). Noi 5 operatori museali stiamo continuando a mantenere il servizio, tra mille difficoltà e senza percepire stipendio. Gli ex addetti alla manutenzione continuano a tenere pulito il borgo e ad effettuare la chiusura e l’apertura del portone del castello, tutto a titolo di volontariato, per non abbandonare il posto di lavoro e per mantenere il decoro di coloro che vengono a visitare il museo e la parte del borgo aperta al pubblico. Vista la situazione ci siamo rivolti ad un sindacato e tramite un avvocato del lavoro abbiamo iniziato una procedura per il recupero di quanto dovutoci, ma anche qui la malasorte si è accanita contro di noi tanto che il giudice, del tribunale civile di Civitavecchia, ha rigettato il decreto ingiuntivo con il quale l’avvocato chiedeva il pagamento della cifra a noi spettante secondo quanto stabilito dal consulente del lavoro”.
La loro speranza riseide nel fatto che il Comune di Santa Marinella avrebbe un fondo di 100,000 € stanziati dalla Regione Lazio per l’anno 2010 in favore della vecchia società di gestione, la Archeodromo s.r.l., che non sarebbero stati ancora erogati in quanto, secondo i lavoratori, “la suddetta società non ha le carte in regola per poter incassare tale finanziamento, ovvero non ha potuto produrre il DURC, documento che attesta la regolarità della posizione contributiva dei dipendenti di una società”. Una denuncia piuttosto forte, come quella del mancato pagamento delle ultie mensilità, (da settembre 2011), del Tfr e quattordicesima, oltre dei contributi previdenziali, sulla quale tuttavia la nostra Redazione non è in grado di fornire conferme, essendo stato impossibile contattare i responsabili della società Archeodromo per chiedere loro spiegazioni.
Ad ogni modo, proseguono i cinque lavoratori, dal primo di gennaio sarebbero dovuti essere stati assunti dalla nuova società di gestione vincitrice del bando comunale per i servizi culturali e didattici del Museo Civico. “Purtroppo però i problemi sono continuati anche qui, e così tra mancanze e ripensamenti vari a tutt’oggi stiamo ancora aspettando. Manteniamo aperto il Museo, una delle poche realtà operative all’interno del borgo castellano, a titolo volontario, per mantenere il servizio al pubblico e per non buttare al vento il lavoro faticosamente costruito in lunghi anni. Lavoro che ha portato il museo Civico di Santa Marinella ad essere insignito di numerosi importanti riconoscimenti come il marchio di qualità della Regione Lazio e il Bersaglio Herity, riconoscimenti dovuti anche alla nostra professionalità e dedizione.”
“Per tutte queste ragioni – concludono – oggi abbiamo deciso di non aprire il Museo come simbolica forma di protesta e per sottolineare l’importanza del lavoro che con grande disponibilità abbiamo volontariamente portato avanti fino a questo momento, lavoro che vorremmo fosse garantito al più presto per tutti e noi cinque operatori così come richiesto e specificato anche dal bando di gara che l’amministrazione comunale ha emanato”.
Nel frattempo, in vista della manifestazione di domenica, il Gruppo Archeologico del Territorio Cerite tiene a precisare che “l’iniziativa e le altre che seguiranno sono finalizzate a far conoscere ai cittadini le seguenti semplici richieste che come Cittadini della Repubblica Italiana rivolgiamo ai politici e ai tecnici di tutti gli Enti locali interessati al futuro del castello: in particolare la Regione Lazio, la Provincia di Roma e il Comune di Santa Marinella. Si chiede semplicemente che venga subito istituito tra gli Enti un tavolo di lavoro permanente “tecnico-politico” per affrontare le problematiche relative alla definizione del futuro del castello in modo chiaro, condiviso e sinergico. In attesa che siano fatti i collaudi e gli ultimi interventi finanziati dalla Provincia, ma soprattutto che siano concordati e resi operativi i progetti di ampia scala, di cui si parla ma che nessuno conosce, si chiede di trovare il modo di ripristinare subito il servizio di manutenzione, pulizia e custodia del castello che fino allo scorso anno è stato assicurato dal Comune di Santa Marinella, tramite un contributo della Regione che purtroppo è stato completamente tagliato nell’ultimo bilancio regionale; riaprire il complesso monumentale alle visite guidate che gli operatori museali hanno sempre condotto, dal 1996 fino all’inizio del cantiere di restauro nel 2005, consentendo a migliaia di cittadini e turisti di accedere alla Torre Saracena, alla Rocca e ai suoi fossati, alle chiese del borgo, alle mura poligonali nella Cantina della Legnaia. Questa semplice operazione consentirebbe subito di stabilizzare l’occupazione dei 5 operatori e di prevederne l’assunzione di altri”.
Alla iniziativa di domenica annuncia la sua adesione il Partito democratico, “condividendo a pieno le richieste fatte alle Istituzioni – come si legge in una nota del circolo cittadino – perché crede che in un momento di crisi come questo, un Paese come l’Italia, a forte interesse turistico, non si possa permettere di fare a meno della cultura e della conoscenza delle nostre radici, che sono la base per ripartire. E’ inutile evidenziare ai cittadini di Santa Marinella che un Sindaco in grado di farsi sottrarre un bene come il castello tra le disponibilità della gestione di sua pertinenza dai suoi stessi amici o è d’accordo con chi in altro luogo amministra e dispone o non ha le capacita di gestire i bene della collettività”.