S. Marinella. Perché anche i politici donatori di sangue non fanno il narcotest?

narcotest drogaSANTA MARINELLA – La recente notizia del coinvolgimento di uomini politici locali nell’inchiesta sul consumo di droga da poco svolta dalla magistratura ha dato il via ad una accesa caccia alle streghe. Il già fragile equilibrio di autorevolezza e rispetto nei confronti dei nostri rappresentanti locali ha subito un duro colpo e ha dato un solido appiglio a tutti quelli che ne auspicano la caduta politica. Nonostante le polemiche, sterili e non, per sventare il rischio di essere  in balia di governanti dediti alle droghe, siano esse leggere o pesanti,  è emersa la necessità di sottoporre le cariche comunali ad un test antidroga volontario. La finalità è semplicemente quella di allontanare i sospetti e rassicurare la città sull’operato di chi la rappresenta e, secondo Alvaro Balloni, responsabile del Polo Civico di Civitavecchia “fornendo ai cittadini, proprio in un momento in cui la fiducia nel corretto funzionamento delle istituzioni sembra essere giunta a livelli estremamente bassi, quel minimo di garanzia e di fiducia indispensabile a ricucire i rapporti sfilacciati tra rappresentanti e rappresentati e ad evitare illazioni e deprecabili generalizzazioni, che sicuramente non aiutano a stabilire quel clima di autentica collaborazione che occorre per attivare i tanto auspicati progressi di crescita e sviluppo della comunità locale”. Fu proprio Alvaro Balloni a presentare una mozione  in cui si invitavano i consiglieri comunali a sottoporsi volontariamente ai test antidroga e a renderne pubblici i risultati. Ma se a Civitavecchia il problema sembra essere quello degli elevati costi di questi test, a cui si potrebbe facilmente ovviare qualora l’Amministrazione stipulasse una convenzione con strutture sanitarie serie, limitando i costi e aumentando la garanzia dei risultati, a Santa Marinella, per evitare i test, ci si barrica dietro l’etichetta di “donatori di sangue”. Sebbene quasi la totalità della maggioranza e della minoranza si siano dichiarati estranei alla vicenda relativa all’uso di sostanze stupefacenti, solamente Massimiliano Fronti e Mauro Trebiani si sono sottoposti alle analisi per il Narco-Test e ne hanno reso pubblici i risultati negativi, “per ribadire che è necessario dare un segno tangibile di credibilità, onestà e trasparenza politica”. Anche il Sindaco Roberto Bacheca ha dichiarato la sua estraneità ai fatti incriminati, aggiungendo l’inutilità dei test per lui e per gli altri esponenti della maggioranza, donatori di sangue da anni. Eppure, secondo il Decreto Legge Sirchia, del 3 marzo 2005, sui “Protocolli per l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti”, allegato 7 parte A e B, tra gli esami obbligatori ad ogni donazione e i controlli periodici, non compaiono i test antidroga specifici. Ad ogni donazione il donatore è  sottoposto infatti ad un esame emocromocitometrico completo e alla validazione biologica: su ogni donazione, l’esito della determinazione del test ALT con metodo ottimizzato non deve essere superiore a due volte il limite normale. Ogni donazione deve risultare negativa ai seguenti esami: sierodiagnosi per la lue, HIV Ab 1-2, HBs Ag, HCV Ab, HCV NAT. Alla prima donazione il donatore è sottoposto almeno ai seguenti controlli immunoematologici: a) determinazione ABO, test diretto e indiretto; b) determinazione del fenotipo Rh completo; c) ricerca degli anticorpi irregolari anti-eritrocitari. Su ogni unità raccolta successivamente debbono essere confermati il gruppo ABO e Rh, nonchè la ricerca degli anticorpi irregolari nel caso di stimolazione immunologica del donatore. Gli esami per il donatore periodico invece comprendono: creatininemia, glicemia, proteinemia ed elettroforesi sieroproteica colesterolemia, trigliceridemia e ferritinemia. Secondo il Decreto Sirchia e le informative sul sito nazionale dell’Avis, l’eventuale assunzione di droghe è evidenziata soltanto da un’autocertificazione, e quindi un’autoesclusione, in base alle risposte date sul modulo da compilare per diventare donatore e in base alle confessioni fatte al medico incaricato della visita e dell’intervista preventiva agli esami di routine pre-donazione. Alla luce di ciò, e alla luce della recente caccia alle streghe alimentata dalla cultura del sospetto e della sfiducia, perché Bacheca, e chi la pensa come lui, non fa seguire la parole: “i nostri valori politici sono distanti anni luce dall’eventuale consumo di droghe, e fanno bene gli amministratori pubblici a combattere tali fenomeni” dai fatti, con la pubblicazione della negatività dei suoi Narco-Test? A volte per tranquillizzare la cittadinanza e far tacere le polemiche è bene anche sapersi mettere in gioco.