S. Marinella. La commemorazione dell’alluvione fa commuovere

chiesa s. giuseppeSANTA MARINELLA – Questa settimana Santa Marinella è stata invitata al ricordo della tragica alluvione del 2 ottobre di trent’anni fa da varie associazioni che si sono unite nel “Comitato 2 ottobre” per non dimenticare la più grossa tragedia della storia di questo paese. Tante e tutte di successo le iniziative organizzate. Le visite guidate alla riserva naturale di Macchiatonda e al fosso di Vallesemplice sono state estremamente partecipate, ad eccezione di quella riservata ai ragazzi delle scuole medie che, a causa delle casse vuote del Comune, non hanno partecipato all’uscita perché non si è potuto pagare lo scuolabus. La mostra permanente presso la Biblioteca A. Capotosti, che si è chiusa ieri, domenica 2 ottobre, è stata visitata da diverse decine di persone ogni giorno e ha riscosso grande successo. Sabato 1 ottobre, la commemorazione è entrata poi nel vivo con uno spettacolo multimediale in via della Libertà, presso la Chiesa di S. Giuseppe. Lo spettacolo ha visto la partecipazione di circa un centinaio di persone, risultato straordinario soprattutto se si pensa che si trattava di un sabato sera all’ora di cena. L’installazione multimediale ha visto svilupparsi uno spettacolo assolutamente coinvolgente, emozionante e suggestivo, con la proiezione di immagini sulla facciata della Chiesa, l’emissione di musiche e suoni dalle grandi casse sottostanti e la lettura di parole e testimonianze dell’alluvione dell’81 e non solo. Lunghi e commossi applausi sono andati a Gisella Ianiri e Clelia Di Liello che hanno diretto lo spettacolo a cura dell’associazione “Le Voci”. La celebrazione della memoria di questa tragedia è “a metà tra il ricordo e le prospettive future – ha dichiarato la professoressa Di Liello introducendo lo spettacolo – perché ricordare è bello ma occorre migliorare per il futuro”. E questo è stato anche il filo conduttore del suggestivo spettacolo multimediale di sabato, realizzato a partire dalle testimonianze di chi ha vissuto quelle tre ore infernali trent’anni fa. La parola chiave della serata è stata “emozione”. Lo spettacolo ha infatti emozionato anziani e bambini, giovani e adulti, chi c’era e chi non c’era, chi conosceva qualcuno che c’era e chi ne sentiva parlare per la prima volta. “La città era diventata un mare sporco”, “L’acqua di un’alluvione è distruttiva, densa, mischiata al fango”, “Dall’acqua è difficile salvarsi, quanto sconforto!”, “La vista dava l’idea che fosse diventato tutto mare”, “Quel giorno la Perla rotolò fuori dal suo guscio con tutto ciò che la circondava”, queste e altre le frasi che hanno affondato il colpo nel cuore degli spettatori che, in molti casi, non sono riusciti a trattenere qualche silenziosa lacrima. “Noi viviamo in un ventre di vacca”, secondo una testimonianza di ieri sera, era una frase in voga tempo fa, fino a quel maledetto 2 ottobre. Non sono mancate le provocazioni ai governatori: “Trent’anni fa la colpa è stata data ad un abuso edilizio che ha ostruito i fossi e provocato l’esondazione degli stessi – ricordano le voci dello spettacolo – con quanti metri cubi di cemento coprirete ancora la nostra terra?”, e ancora, “L’assenza di progettazione in caso di necessità porta all’improvvisazione”, “La fatalità travolge tutti”. Parole su cui riflettere, soprattutto nel nostro paese che presenta ben sedici corsi d’acqua al suo interno e altrettanti fossi che delimitano e dividono i vari quartieri, per cui, citando una frase dello spettacolo: “Tutti noi abitiamo vicino ad un fosso, o conosciamo qualcuno che abita vicino ad un fosso”.

Francesca Ivol