S. Marinella. Bilancio in deficit, il Comune vende i suoi immobili

consiglio comunale s. marinellaSANTA MARINELLA – Il comune di Santa Marinella ha un dissesto finanziario di tre milioni e quattrocentomila euro a causa della sospensione dei finanziamenti della Regione Lazio dello scorso quindici settembre. Per non violare il patto di stabilità del 2011 la Perla è costretta a vendere i suoi “gioielli di famiglia”, gli immobili di Via della Libertà, Via Aurelia, il campetto di Basket e aumentare le tasse comunali, oltre a tagliare alcuni servizi. Questo il tragico esito del burrascoso Consiglio Comunale di ieri sera, venerdì 30 settembre. L’acceso dibattito ha riguardato la verifica degli equilibri di bilancio e ha visto forti momenti di tensione già dai primissimi interventi. Nonostante il deficit milionario del Paese, l’Assessore al bilancio Bianchi si è dichiarato soddisfatto della situazione: “Se confrontato con quello dei comuni simili al nostro, è uno dei bilanci migliori – ha dichiarato – La situazione di Santa Marinella è uguale a quella degli altri comuni, in particolare laziali”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso dello scandalo è stata la sparizione, una settimana fa, di un milione e quattrocentomila euro che la Regione Lazio doveva alla Perla per pagare opere già finanziate e iniziate. Venendo meno i finanziamenti per pagare le ditte locali impiegate nei lavori, sono scattate una serie di problematiche che hanno stravolto il bilancio. Si è approvata quindi la Delibera di indirizzo 213 17/9/2001 atta a garantire gli equilibri correnti e il patto di stabilità del 2011. La Delibera, votata dalla Maggioranza e combattivamente ostacolata dalla Minoranza, prevede la messa in vendita di beni immobili comunali per un milione e duecentoquaranta mila euro, cifra che permetterebbe di recuperare il Patto di stabilità. Pare che il bilancio in realtà sia coperto e il problema siano le casse, sprovviste del denaro corrente che sarebbe dovuto derivare dai pagamenti della Regione. Vanno quindi venduti i “gioielli di famiglia” per pagare le società locali che stanno lavorando. In cinquant’anni di storia non è mai accaduto un evento simile, la serata di ieri è stata infatti definita dal consigliere Massera “epocale”. I beni vanno venduti entro il 31 dicembre 2011, mentre una verifica definitiva del bilancio avverrà entro il 30 novembre. La giunta ha così indebitato anche i prossimi anni per pareggiare i conti: circa duecento mila euro dovranno rientrare nel 2012 e altri duecentomila nel 2013. A Santa Marinella quindi non ci saranno soldi almeno fino al 2014 e questo vuol dire che si dovranno aumentare le tasse addizionali e le retribuzioni fino a far rientrare circa novecentomila euro, inoltre si dovranno bloccare le opere in via di realizzazione come la manutenzione delle scuole, che già così rischiano la chiusura perché non sono a norma, e non si farà nessuna progettazione per il futuro. A tutti i soldi che non sono entrati nelle casse del comune, un po’ per i mancati pagamenti della Regione, un po’ perché erano stati messi nel bilancio preventivo di giugno soldi ancora da ottenere e che non sono stati di fatto ottenuti, (come la Bucalossi e i seicentomila euro del passaggio dal diritto di superficie a quello di proprietà), si è sommato l’aumento dell’Iva e quindi degli oneri da pagare per le opere pubbliche in cantiere, pari a circa sessantamila euro in più. Tra scambi di messaggi cartacei da una parte all’altra del tavolo “consigliare”, provocazioni, assenze, telefonate e botta e risposta da parte dei più, il consigliere Pepe ha chiesto scusa alla cittadinanza per avere fatto parte della maggioranza fino a giugno scorso e “consiglia” al sindaco Bacheca di dimettersi. Appello alle dimissioni univoco da parte della Minoranza, che accusa la Giunta di avere amministrato male il denaro pubblico e di essere stata poco previdente circa la tragica fine che avrebbe fatto il bilancio della Perla che, potenzialmente, avrebbe potuto essere uno dei comuni più ricchi della zona. “Stiamo uccidendo S. Marinella. I più ricchi in questo paese sono i pensionati. Stiamo fallendo”, ha dichiarato il consigliere Mucciola. Dispute a parte, occorre correre ai ripari, e occorre farlo in fretta perché la violazione del Patto di stabilità comporterà l’impossibilità di contrarre mutui, di assumere personale, la riduzione del 30% dell’indennità di carica degli amministratori, sanzioni pari al gap che si crea tra l’obiettivo da raggiungere e il livello raggiunto, che comunque non potrà superare il 3% del totale delle entrate annue del Comune, il che equivarrebbe a circa seicentomila euro in meno dallo Stato ogni anno, a partire già dal 2012. E la Perla non può permetterselo.

Francesca Ivol