“Perché diciamo no al Porticciolo a Ladispoli”

LADISPOLI – Dagli anni 90 uno spettro si agita su Ladispoli: la eventualità di un sedicente “porto turistico”. Centinaia di posti barca in una “bagnarola” male odorante, che sottraggono agli otto chilometri del litorale di Ladispoli, un chilometro di balneabilità. Consumo del mare, consumo del territorio, consumo dell’ambiente, all’insegna speculativa di coloro che prenderebbero in uso per 50 anni le aree portuali ed adiacenti:alberghi, “compensazione” edilizia alla costruzione dello stesso. Negli anni 90 alle prime “avvisaglie portuali”, si costituisce la consulta dei comitati di quartiere che con efficacia e semplicità contesta l’affermazione dei vantaggi al turismo che apporterebbe il porto: infatti difficilmente si potrebbe attivare quel turismo che, per dirla con le parole del “dossier”dei comitati di quartiere: cerca se stesso attraverso la natura, cerca la natura del mare, cerca l’ascolto del silenzio del mare, cerca spiagge libere, cerca l’emozione del valore costa, “mentre dovremo puntare  attraverso la qualificazione della città, la realizzazione di strade pedonali e ciclabili, la messa in esercizio delle oasi, la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici e storici, di un turismo più attento ed esigente, di un turismo sempre più qualificato!” Tutto questo è: rispetto dell’ambiente, valorizzazione della nostra natura. Della nostra cultura e….lavoro vero, qualificato, duraturo, gratificante, proficuo, bello……non quello, subdolamente promesso, con appalti e subappalti, lavoro nero, per il profitto dei soliti imprenditori con danno concreto per noi tutti. Anche per questo noi comunisti della Federazione della Sinistra, da allora ed in seguito ed ancora adesso: diciamo no al sedicente “porto turistico” . Nel 2002 siamo riusciti a far mettere nel programma del candidato sindaco Paliotta: “In particolare si esprime l’opportunità e la disponibilità a valutare la compatibilità ambientale, urbanistica ed economica di progetti di approdo turistico, ricorrendo a strumenti di consultazione popolare, come il referendum, per arrivare a decisioni ampiamente condivise dalla collettività” Maggio 2007! Marzo 2012! Solo la Federazione della Sinistra ha pubblicamente più volte sollecitato il sindaco a tenere fede al suo impegno, nulla da fare! Poi nell’ottobre 2009 improvvisamente vennero presentati i vari progetti attinenti l’eventuale porto. Tra i 21 presenti nell’aula del Municipio: consiglieri, assessori, ecc…. solo il rappresentante della Federazione della Sinistra affermava di non condividere l’unanime consenso e si impegnava a raccogliere le adesioni cittadine in contrasto a questo progetto. Nell’aula silenziosa si leva la celebre frase: “allora tu sei fuori dalla maggioranza”. Viva la democrazia! I comunisti della Federazione della Sinistra hanno definito “fronte del porto” i fautori del progetto, hanno patrocinato l’Associazione “La Persona….. per un’alternativa di sinistra”… hanno pubblicato per un anno un mensile che trattava, tra le altre cose, del “fronte del porto”, hanno raccolto adesioni e consensi. Nel programma elettorale per le prossime elezioni la Federazione della Sinistra è l’unica ad affermare in maniera netta, documentata, inequivocabile le ragioni del no al porto. Nota conclusiva: a termine dell’iter che l’amministrazione ha voluto pervicacemente perseguire è arrivato (16-3-2012) il parere negativo direttamente da Palazzo Chigi: Bocciato il porto turistico. Il sindaco Paliotta, appresa la notizia, ha dichiarato: “Indubbiamente era una delle opzioni possibili perchè il nostro progetto aveva avuto parere negativo anche dalla sovrintendenza. Tuttavia Ladispoli ha bisogno di una struttura per le imbarcazioni da diporto ed infatti abbiamo già presentato un altro progetto per 350 posti barca alla foce del Fosso Vaccina!” Errare è umano, perseverare è diabolico! Comunque il parere negativo della sovrintendenza sul progetto portuale Torre Flavia espresso in data 23-3-2010 dalla Regione  Lazio, dipartimento territorio, direzione generale regionale ambientale, vale anche per la eventualità del progetto dei 350 posti barca alla foce del Fosso Vaccina: “per quanto riguarda il porto fluviale lungo il Fosso Vaccina, si rileva che il progetto insiste lungo un’area caratterizzata da problemi di esondazione. L’area risulta interamente ricompresa nella perimetrazione PAI (piano di assetto idrogeologico)…, dall’esame relativo alla documentazione e proposte emergono ulteriori criticità e fattori di compromissione dei valori ambientali…l’area portuale all’ingresso di Fosso Vaccina, risulta incompatibile con il contesto paesaggistico e ambientale dell’area….. pag. 6 e 7 del documento inviato al comune di Ladispoli dalla Regione Lazio” ,seguono ovviamente le firme dei tecnici responsabili!
A proposito di “porti” C’era una volta “Porto Pidocchio”. Ancora prima le barche a remi dei pescatori degli anni 30-40 e poi quelle a motore, quelle con le lampare che stavano al margine del Fosso Sanguinara. Poi venne “Porto Pidocchio” e poi l’insabbiamento, prima in conseguenza del rifacimento a nord dello stesso, poi per le correnti del Fosso Vaccina, poi la stessa, “sempre la stessa impresa” con le periodiche inutili operazioni di drenaggio…. E se ci fosse un futuro di “Porto Pidocchio”? Di un vero porto peschereccio che si riallacci alla naturale vocazione della città? Che rispetti l’ambiente, che prospetti la vendita diretta del pesce, eventi culturali e ricreativi. Altro che porto turistico!Lo dicevamo prima e adesso e lo diremo anche dopo le elezioni!

Furio Civitella – Candidato sindaco a Ladispoli per la Federazione della Sinistra