Cerveteri. Proteste studentesche, il Comune manifesta insieme a studenti e insegnanti

studentiCERVETERI – “Ormai è chiaro a tutti che in Italia si sta, passo dopo passo, tentando di smantellare il sistema dell’istruzione pubblica a vantaggio di quella privata”. Lo ha detto Giuseppe Zito, Vicesindaco e Assessore alla Scuola del Comune di Cerveteri. “Alle proteste organizzate dai ragazzi e dai docenti dell’Istituto Mattei – ha detto Zito al termine della manifestazione che martedì scorso ha raggiunto il Municipio – ci siamo uniti anche noi, occupando simbolicamente il palazzetto comunale. Abbiamo incoraggiato i manifestanti ad avviare un’assemblea nell’ex Aula Consiliare dove abbiamo ragionato insieme sui motivi della protesta e sulle modalità di organizzare una più ampia battaglia a difesa della scuola pubblica”.
Il Sindaco Alessio Pascucci ha così commentato il proseguimento delle proteste: “Su proposta dei manifestanti abbiamo deciso di convocare un Consiglio Comunale aperto sul tema della scuola pubblica, da fare in maniera congiunta tra i Comuni di Cerveteri e di Ladispoli, e di organizzare un’assemblea pubblica alla quale inviteremo tutti gli Istituti scolastici del territorio. Sono anni che lottiamo a favore dell’istruzione pubblica, dalle scuole materne all’università. La nostra Amministrazione comunale è formata anche da persone che proseguono gli studi e che quindi sanno bene in che stato versa il sistema dell’istruzione e della ricerca scientifica. Un sistema che è diventato anno dopo anno sempre più precario. Ribadisco che ogni prossima mobilitazione futura dei nostri ragazzi a difesa del diritto allo studio ci vedrà in prima linea con tanto di Gonfalone comunale”.
A confermare l’impegno è il Vicesindaco Zito: “Se questo o il prossimo Governo intendono svendere ai privati l’istruzione come già è stato fatto con la sanità, si sappia gli Enti locali faranno valere la propria ferma opposizione. I continui tagli al sistema dell’Istruzione Pubblica, lo smantellamento del Welfare, la precarietà che ha ormai sostituito la normalità, sono segni di una volontà scellerata. La speranza deve ripartire dalle Comunità locali e attraverso la cultura. Siamo di fronte al paradosso: si vogliono posizionare lavagne elettroniche in aule che spesso non sono neppure degne di questo nome, si aumentano le ore di lavoro degli insegnati ma non si aumentano gli stipendi. E poi sentiamo che il Governo non vuole far pagare l’IMU alle scuole private. Condivido pienamente la rabbia dei nostri studenti, che è ormai la rabbia di generazioni che vedono progressivamente sottrarsi il diritto al futuro”.