“25 Aprile, perché due celebrazioni distinte?”

piazza degli eroiCIVITAVECCHIA – Per il 25 aprile, giorno della Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, due celebrazioni distinte e separate, una ad iniziativa del Comune a piazza degli Eroi e in altri luoghi collegati all’evento, l’altra promossa dal centrosinistra, dall’Arci e dai sindacati confederali al parco della Resistenza.
Sorgono spontanee alcune considerazioni.
Appena un mese fa si era nel pieno svolgimento delle cerimonie relative al 150° anniversario dell’unità d’Italia, che richiamavano – fortunatamente senza retorica – le vicende antecedenti e susseguenti al fatidico 17 marzo 1861. Le varie iniziative,  come è noto, si concludevano con un robusto e corale richiamo all’unità nazionale.
Sarebbe stato meglio, a nostro avviso, se non altro per la breve distanza temporale che ci separa da tale ricorrenza, che la celebrazione del 25 aprile, e cioè di un evento che ricade  storicamente nel secolo e mezzo che abbiamo recentemente  festeggiato, fosse avvenuta con un’unica cerimonia, per sottolineare il nostro senso di coesione e di responsabilità nazionale.
E’ infatti emerso a sufficienza, nelle varie occasioni create per illustrare anche in termini  divulgativi la ricorrenza della conquista dell’unità nazionale e della fondazione del nostro Stato, che la formazione del Regno d’Italia è stata possibile grazie al concorso di molti fattori, che nell’occasione vale la pena riassumere: la dinastia dei Savoia, l’abile Cavour, l’ardimentoso Garibaldi, il teorico Mazzini, le élite liberali dei ducati e del granducato di Toscana, l’appoggio militare dato dalla Francia nel 1859, l’atteggiamento benevolo tenuto nei nostri riguardi dall’Inghilterra.
Il nuovo stato ebbe un inizio difficile e dovette affrontare compiti immani, grandi agitazioni politiche e sociali, la prova della partecipazione alla Grande Guerra, il malcontento, i disordini e l’instabilità politica del dopoguerra, sfociati nell’avvento della dittatura fascista. E poi, dopo un decennio di crescita e di relativa tranquillità, l’avventura della II^ guerra mondiale.
Stessa pluralità di apporti per la nascita della Repubblica Italiana. E’ da ricordare che dopo la caduta del fascismo, e i traumatici fatti che nel corso dell’ultimo conflitto mondiale portarono al cambio di governo e di schieramento, si giunse finalmente, non senza aspre lotte e profonde lacerazioni interne,  alla liberazione del nostro territorio ad opera delle armate alleate, del regio esercito e della resistenza alimentata dalle varie formazioni partigiane organizzate dai preesistenti partiti antifascisti. Successivamente si addivenne ad una ri-fondazione dello Stato su basi  libere, democratiche e repubblicane, di cui è testimonianza la “Carta” ancora vigente. L’Assemblea costituente, eletta in rappresentanza delle diverse tendenze politiche dell’Italia di allora, riuscì infatti ad operare una valida sintesi dei valori condivisi. Seguì quindi il periodo della ricostruzione e dello sviluppo degli ordinamenti repubblicani, sino ad arrivare ai cambiamenti dei giorni nostri.
Per concludere, gli avvenimenti che portarono all’avvento della repubblica, in cui si situa la celebrazione della Liberazione, se appena valutati con l’attenzione che meritano, non altro rappresentano che il laborioso comporsi di un processo unitario avviatosi in epoca risorgimentale in un clima pieno di entusiasmo ma anche di divisioni, difficoltà e contraddizioni. E con lo stesso criterio vanno giudicati gli avvenimenti che riguardano la liberazione della nostra Patria, perseguendo con tenacia l’obiettivo dell’unità e della condivisione ed evitando di attingere a un unico filone interpretativo.

Il Consiglio direttivo del Polo civico