“Mad Music Love”, l’entusiasmo dei giovani per i giovani

CIVITAVECCHIA – Organizzare serate, feste aperte al pubblico, non è uno scherzo. Mad Music Love è un progetto di giovani per i giovani che ci prova e ci riesce, con un occhio al rapporto col territorio e un altro a fornire un intrattenimento valido a una generazione annoiata, che in città la sera trova pochi sbocchi e sempre meno spunti. Ne abbiamo parlato con Jacopo Ceccarelli, uno dei due soci fondatori, per capire come si faccia intrattenimento in un posto come il nostro e quale sia la risposta dei più (e meno) giovani a riguardo.

 Come è nata la passione di organizzare serate?

“E’ successo tutto per caso. Era il 2016 e i miei cugini avevano appena visto ‘Project X – una festa che spacca’. Mi dissero di provarci, di organizzare una festa pubblica; io ero titubante, ma Michelangelo – futuro socio – mi convinse. Due settimane dopo nacque il primo evento ‘Mad Music Love’, che poi in realtà era anche il nostro nome dal momento che non avevamo ancora uno. Da lì abbiamo cominciato a dare una continuità al tutto, con una crescita progressiva che ci ha portati ad affermarci come leader locali in questo piccolo campo”.

Come siete strutturati?

“Squadra che vince non si cambia: dal 2016 siamo gli stessi. Io posso dire di metterci il ‘cervello’ e l’inventiva, mentre Michelangelo la razionalità. Il resto lo fa uno staff molto attivo e preparato in tutti i settori di cui abbiamo bisogno: quello musicale, con il trio composto di dj Federico Gargiulli, Valerio Stefanini e Giordano Lisita, accompagnati dal vocalist Stefano Galli; quello fotografico, con i ‘due Alessandro’, Boggi e Viola; quello relazionale, capitanato da Alessio Gaudino, Valerio Delle Donne e Maura Vergati, con più di 40 ragazzi e ragazze che lavorano benissimo”.

Qual è il vostro target? Che cosa pensate di offrire a chi viene ai vostri eventi?

“Sicuramente l’ambiente in cui siamo più radicati è quello liceale, ma persone di tutte le età (piccolini che vogliono ‘iniziarsi’, nostri coetanei, adulti) parlano di noi. Quello che diamo alla città, a chi viene alle nostre feste, è qualcosa di diverso, siamo una sorta di grande famiglia, non solo musica per ballare. E questo è meraviglioso. Crediamo di ricoprire un ruolo di rispetto nell’intrattenimento cittadino: c’è chi fa le feste per adulti, chi per i ragazzotti, chi per i liceali, chi il tango per gli anziani. Ogni tipo di intrattenimento deve essere rispettato perché rappresenta una valvola di sfogo e una via di fuga dalla quotidianità di una città che, in quanto a divertimenti, ha qualcosa ma deve può ambire a di più, viste le potenzialità che tutti sappiamo”.

A proposito: trovate difficoltà a lavorare in un contesto come questo? Pensate che altrove sarebbe diverso?

“La nostra crescita è stata interessante e veramente incredibile: siamo giunti ad un punto in cui il nostro operato fa parte della quotidianità cittadina. Le persone acquistano il biglietto nei contesti più impensabili, da chi lo acquista al mercato mentre ci incontra alla mamma che ci scrive per sapere se la figlia sta al sicuro alle nostre feste. Questo connubio fra noi e Civitavecchia è stato costruito gradualmente, con pazienza e col contatto quotidiano con le persone. Lavorare altrove forse, da un lato, sarebbe più facile, potendo contare magari su un bacino di utenza più ampio, ma allo stesso tempo non so se si potrebbe ricreare la rete di conoscenza e di passaparola che abbiamo ‘istituito’ qui in questi due anni”.

Come vedete il futuro?

“Ora siamo concentratissimi sul prossimo evento ‘L’estate addosso 2.0’, mentre poi inizieremo a pensare alla stagione invernale, per la quale abbiamo in mente qualche progetto interessante che chi ci segue sicuramente apprezzerà. Il futuro lo vedo roseo, perché il nostro sistema prevede un meccanismo di ricambio generazionale, cercando al contempo di seguire le tendenze cittadine e di accontentare tutti. Siamo decisi a proseguire sulla nostra strada e a continuare a fare eventi fino a che la voglia, l’età, la pazienza ce lo permetterà. Siamo una buona cosa per Civitavecchia e Civitavecchia è una buona città per noi”.

 

Patrizio Ruviglioni